Western credibili ai giorni nostri sono merce molto rara. Non manchevole di qualche difetto e forzatura, “Hostiles” fa, senza dubbi, parte della categoria.

Il film di Cooper si muove su due piani. Da una parte c’è un lungo e sanguinoso viaggio attraverso gli Stati Uniti di fine ottocento, i cui sconfinati spazi sono resi quasi mistici da una lussureggiante fotografia naturale, di un manipolo di soldati americani costretti a scortare a casa una famiglia di nativi. Dall’altra le odissee interiori di un gruppo di personaggi contraddittori, combattuti, con accentuati lati bui, che proprio attraverso questo viaggio troveranno finalmente, da vivi o da morti, espiazione ai propri peccati. Qualcuno la pace, o perlomeno una tregua.

Come dicevo, qualche difetto non manca. Trovo, ad esempio, che la sceneggiatura calchi un po’ troppo la mano nel tratteggiare la sanguinarietà  di alcuni personaggi, che a momenti vengono fatti passare davvero per matti assetati di sangue. Cosa questa che cozza con il loro tormento.
Gran colonna sonora di Max Richter e un Bale monumentale, specie quando sta zitto.