Dopo un paio di EP e una manciata di singoli convincenti, lo scorso aprile Kississippi ha pubblicato il suo debutto sulla lunga distanza, “Sunset Blush”, per l’etichetta inglese Alcopop! Records.

Si tratta del progetto della musicista della Pennsylvania Zoe Reynolds: registrato presso The Headroom di Philadelphia, il disco è stato prodotto dalla stessa Reynolds insieme a Kyle Pulley.

Il suo album d’esordio nasce dalla voglia di imparare dalle relazioni sentimentali finite male e di imparare ad apprezzare e amare di più se stessa: tutto questo Zoe lo fa prendendo spunto dalle normali situazioni quotidiane di vita, cercando di essere più sincera possibile ed esponendo se stessa in prima persona.

Qualche mese fa, in qualche intervista la Reynolds aveva dichiarato di volere scrivere un album pop e probabilmente, quantomeno in alcune parti, vi è riuscita.

Partiamo con il vecchio singolo “Cut Yr Teeth”, uscito alla fine dello scorso anno: pieno di riff chitarristici, supportato da un drumming deciso, ci fa vedere la faccia indie-rock della musicista di Philadelphia.

Molto bella, verso la fine del disco, la ballata “Who Said It First”, dove Kississippi, con toni bassi e tanta dolcezza, dimostra di saper disegnare momenti fortemente emotivi, pur con un sound molto minimale.

Ottima anche l’aggiunta dei synth in “Easier To Love”, che senza sovrastare il resto della strumentazione, entra nel mix, aiutando, grazie anche all’apporto delle chitarre, la creazione di ottime melodie.

I synth svolgono, invece, un ruolo diverso in “Adrift”, aggiungendo maggiore potenza al ritornello, ma anche un non so che di lussureggiante al pezzo, il tutto, però, senza snaturare il sound della musicista statunitense.

“Sunset Blush” ha portato Kississippi verso territori più pop, segnando una progressione interessante rispetto ai suoi lavori precedenti: la ragazza della Pennsylvania ha saputo unire bene i sentimenti alle melodie, costruendo un album intimo e personale, ma allo stesso tempo fresco e gradevole.

Photo Credit: Sid Sowder (CC BY-NC-ND 2.0)