Trasferta in terra milanese per noi in questo caldo martedì di fine estate: dopo l’intervista (che troverete su queste pagine nelle prossime settimane) a fine pomeriggio con la gentilissima Julien Baker, è ora di assistere al suo concerto.

Quella di stasera è la sua unica data italiana del suo tour europeo a supporto del suo sophomore, “Turn Out The Lights”, uscito alla fine dello scorso anno via Matador Records: se dobbiamo essere sinceri non ci aspettavamo un interesse del genere e un tale calore verso la giovanissima musicista nativa di Memphis, visto anche il poco supporto verso di lei da parte dei nostri mass media (meglio parlare di Ligabue e Vasco Rossi, vero?!?!).

Il locale di via Benaco, invece, stasera è gremito e, se il sold-out non è raggiunto, mancano solo pochissimi posti e ovviamente non possiamo che essere contenti di ciò, sia perchè il talento della Baker non si discute, sia perchè Julien è una persona molto gentile e dai sani principi ““ cosa purtroppo ben rara al giorno d’oggi.

Accompagnata in alcuni brani dalla sua violinista Camille Faulkner, presente anche sul suo disco più recente, la ragazza del Tennessee sale sul palco solamente insieme alla sua chitarra e al piano: l’atmosfera ““ nonostante le numerose presenze ““ è decisamente intima sin da subito e la sua setlist, composta da brani estratti sia dal suo debutto che dal suo secondo lavoro, sa emozionare in ogni momento i suoi fan italiani.

Come dicevamo poco sopra l’affetto è sicuramente un elemento non secondario per la buona riuscita del concerto: Julien, ogni volta che parla, dimostra come il cuore che troviamo all’interno delle sue canzoni faccia davvero parte della sua vita e la folla milanese risponde molto spesso cantando insieme a lei i suoi pezzi, pur fragili e dolorosi, senza per questo spogliarli dei loro sentimenti e delle loro emozioni.

Già  da “Everybody Does”, seconda canzone della serata, inizia il singalong da parte del pubblico e questo già  ci farà  capire quanto forte sarà  il coinvolgimento da parte di entrambe le parti: se i brani del nuovo LP sul supporto hanno arrangiamenti più sofisticati e complessi rispetto al suo debutto, stasera la Baker preferisce lasciare che la strumentazione sia più “grezza” (passateci il termine), per dare la possibilità  a chi ascolta di venire a contatto in maniera più profonda e diretta con i suoi sentimenti.

E’ nella successiva “Shadowboxing”, primo estratto oggi da “Turn Out The Light”, che entra per la prima volta in questi cinquantacinque minuti di concerto il violino della Faulkner ad accompagnare gli arpeggi delicati della musicista di Memphis: le sensazioni provate in questi momenti sono veramente immense e difficili da descrivere.

La doppietta “Blacktop” ““ “Rejoice” ci stende definitavamente: dolce e ricca di sensibilità  la prima, passionale e sentimentalmente intensa la seconda, ci lasciano molto provati sotto il punto di vista emotivo.

La romantica e leggera “Appointments”, con i presenti che cantano nuovamente insieme a Julien, sembra la chiusura migliore di uno show che ci ha dato veramente tanto sotto il punto di vista dei sentimenti.

Non solo la Baker è una brava musicista, ma sa anche descrivere perfettamente ciò che prova attraverso le sue canzoni, riuscendo ad arrivare con grande facilità  al cuore di chi la sta ascoltando: un’esperienza intima e meravigliosa che non scorderemo facilmente e che vorremmo ripetere ancora tante volte in futuro.

Photo Credit: Rebecca Sowell, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons