I Natterers ( il nome richiama sia il Vespertilio di Natterer, un pipistrello di medie dimensioni, tipico di zone paludose e boschive -non un gran vedere- che uno slang dello Yorkshire usato per quello che da noi chiamiamo  le ciance) dal nord dell’Inghilterra sono uno di quei gruppi che ti immagini incendiare di punk qualche locale underground sparso per il Regno Unito e popolato da non più di 100 persone, sudate e poganti: e pur immaginando, sbaglieresti di poco.

Tra una demo e un EP, un video e una performance dal vivo, il fenomeno prende forma: e se il canovaccio è quello del punk nella sua veste più hardcore che non ti lascia un attimo per respirare, di quello che quando è la batteria a smettere di martellare forsennata ecco la chitarra a tenerti in allarme, non è difficile individuare echi dei più graffianti Dead Kennedys, The Damned e The Ramones e, nei testi,  influenze che arrivano anche dal mondo dell’alt-rock più scuro ma melodico (i The Smiths, ad esempio,  sono dichiaratamente in cima agli indici di gradimento personali dei componenti).

Recente l’uscita del loro primo  LP “Head In Threatening Attitude”, datato lo scorso 5 Ottobre: e il ricettario è quello delle demo già  precedentemente uscite e di quanto si può captare dalle sessioni su palco, ovvero lucida rabbia (si parte fortissimo da “Power Tripping” in avanti), furiosa frenesia, pungente ironia su trame a tratti sincopate (ascoltare per credere “Not Long Left Now) e quel tocco d’oro dato dall’energetica e profonda voce della cantante Emma (che emerge specie quando ritmi e volumi strumentali si abbassano, come in “Dead Men Can’t Catcall”).

Quindi, in guardia dalle chiacchiere, ed in guardia dai pipistrelli!