Registrato in appena quattro giorni insieme al sound engineer Ben McAuley agli Start Together Studios di Belfast, “Rockpool Blue” è il settimo album per i Sea Pinks e il primo dopo la partenza del bassista Steven Henry.

Uscito a fine settembre per la CF Records, l’etichetta del frontman e chitarrista Neil Brogan, il nuovo disco arriva a meno di un anno e mezzo dal precedente, “Watercourse”.

Nati nel lontano 2010 come il progetto del musicista nordirlandese, allora componente anche dei Girls Names, i Sea Pinks si sono trasformati nel corso degli anni in un gruppo vero e proprio, con il batterista Davey Agney e la new entry Gary Cummins che completano l’attuale line-up.

Mentre a livello sonoro ci troviamo su territori surf-pop e indie-pop, tematicamente questo nuovo LP parla “della pressione di prendere le responsabilità  di un adulto, mentre ti senti ancora un ragazzo e dell’inaspettata gioia che abbracciare ciò ti puo’ portare.”

Se l’apertura, con il singolo “Watermelon Sugar (Alcohol)” ci porta su quei territori chitarristici e melodici del surf-pop, conditi da una leggera vena malinconica, che tanto ci piacciono, la successiva “Rockpool Blue” sembra essere più severa e cupa con la direzione che si spinge verso il post-punk, ma senza ugualmente dimenticare qualche chitarra jangly e una leggera pennellata di colori.

“Dumb Angel” trova più di un’influenza nell’alt-rock a stelle e strisce, mentre “Grown Up Kids”, dal ritmo deciso, non nasconde il suo tono dolce-amaro, nonostante i bellissimi coretti che ne impreziosiscono il valore.

Fondamentalmente dall’anima pop, “Rockpool Blue” è un disco che, senza nascondere le sue influenze e senza magari cercare chissà  quale innovazione, ci regala una mezz’oretta piacevole e ci grazia con le sue notevoli qualità  melodiche.