di Dario Ardias Thorre

Sai cosa ha scritto Godard su Nicholas Ray? Nicholas Ray è il cinema

Questa battuta, presente in ‘The Dreamers’ di Bernardo Bertolucci mi dà  l’agio di introdurre il film di questa volta. Perchè parlare di ‘Gioventù Bruciata’ oggi dopo sessantatre anni? Quanto può essere utile o attuale spendere qualche riga sul capolavoro di Nicholas Ray? Innanzitutto, proprio perchè è un capolavoro, almeno per me, il film in questione è senza tempo e poi perchè possiede delle peculiarità  intrinseche che andrebbero sottolineate in quanto anticipatrici di certi temi negli anni a venire (basti pensare a ‘Il Laureato’, per esempio).

Innanzitutto questo lavoro segnò l’apice della carriera di attore di James Dean che aveva già  dato prova della sua forza recitativa, del tutto viscerale, ne ‘La Valle dell’Eden’. Jimmy era un animo disadattato e tormentato e il suo disagio esistenziale sullo schermo ne usciva sublimato e amplificato. Dopo essere stato Cal Trask (Jim non deve interpretare Cal, disse Elia Kazan, perchè Jim è Cal), qui con il personaggio di Jim Stark l’attore americano evidenzia il distacco e l’angoscia di tutta una generazione di giovani di quell’epoca dove i genitori sono su tutta un’altra frequenza, dove non esiste nessun tentativo di dialogo tra il mondo adulto, si veda l’esempio del padre autoritario di Judy interpretata da Natalie Wood o, nel peggiore dei casi, sono assenti anche fisicamente, come accade al vulnerabile Plato, interpretato con magistrale sensibilità  da Sal Mineo. Plato, che vive con una governante, è orfano di padre e abbandonato dalla madre e proietterà  nel più grande e protettivo Jim Stark il suo bisogno di affetto e comprensione. Dal canto suo James/Jim deve lottare per avere un padre che lo comprenda, ma sopratutto che gli mostri la forza e il coraggio di una figura paterna totalmente succube della moglie e della suocera. Jim soffrirà  questa debolezza mostrata dal proprio genitore liberandosene con determionata rassegnazione e agendo da solo e d’istinto dopo una drammatica scena nella quale arriva a mettere le mani addosso al padre.

Vedere oggi ‘Gioventù Bruciata’ ci dà  ancora un senso di profonda empatia emotiva per i personaggi sbandati della storia, ci fa comprendere, forse, che le barriere tra adulti e ragazzi sono, seppur in chiavi, tempi e modi diversi, presenti tutt’oggi dove il dialogo è del tutto assente sostituito e confortato da una materna tecnologia che allatta e cresce i nostri ragazzi. L’opera di Nicholas Ray, così ficcante e penetrante, arricchita dalle maestose musiche di Leonard Rosenman, ci lascia ancora avvinti e tristi per la forza espressiva del protagonista che al momento dell’uscita nelle sale era morto da pochissimo tempo. James Dean, dal canto suo, ci consegna un quadro perfetto, fatto di animalesca forza e vulnerabile istinto; un quadro che sarà  replicato in futuro da tantissimi epigoni, uno su tutti River Phoenix, anch’egli sfortunato e incompiuto.