di Daniele Cardarelli

Non si dica che i KVB rientrino tra quella schiera di band/artisti che evitano l’Italia come la peste! Anzi, al duo anglo-tedesco va dato merito di aver portato la propria musica in lungo e in largo nei meandri della penisola italica nel corso degli ultimi anni, e ovviamente non potevano far eccezione questa volta in quanto alle prese con la promozione del loro ultimo parto discografico “Only Now Forever”.

Certo la contemporaneità  dell’impegno di Champions League tra Roma e Real Madrid e il concertone di Motta all’Auditorium non favoriscono l’afflusso di pubblico che Nicholas Wood e Kat Day meriterebbero, ma questo di certo non impedisce ai due di sprigionare dal palco quella solita impeccabile coolness connotata dal mix giusto di eleganza e qualità .

Alle 22 in punto si palesano sul palco gli italianissimi (ma di base a Londra) e semi-impronunciabili M!R!M, duo che sembra uscito da “This Is England”, ma che appena abbraccia synth e basso spara una minimal-wave scurissima, essenziale e ipnotica di una classe devastante. La voce sfocata di Iacopo Bertelli si fonde alla perfezione con le immagini di vecchi cartoon in bianco e nero proiettati alle sue spalle. Che scoperta!

Appena scoccate le 23 i KVB fanno il loro ingresso. Kat prende posto dietro la sua postazione di tastiere, synth e circuiti, il pallore delle gambe scoperte spezza la mise nera composta da maglioncino, shorts a vita alta e un paio di Docs, mentre il socio Nick imbraccia la chitarra al lato sinistro del palco.

Senza proferir parola attaccano con la title-track del nuovo album, ma l’inizio è tutto in salita: la Day sembra capitata al Largo per caso, dimentica qualche pezzo della setlist e la performance iniziale pare piuttosto distante.

è Nick a prendere in mano la situazione buttandola a ridere, ma dopo un breve rodaggio il gelido si trasforma in confidenza e la miccia tra i due prende fuoco.

I pezzi nuovi (fra tutti, la doppietta “On My Skin” e “Violet Noon”) vanno giù come caramelle dolcissime impreziosite dal gran lavoro sui visual che scorrono alle loro spalle a firma della stessa Day, che nel frattempo comincia a dimenarsi in sfrenati saltelli nella sua postazione. Ma la setlist, quella non le va proprio giù e continua a scordarla! è però nell’ordinata anarchia di questi due grandi artisti che risiede la loro forza.

Nick Wood si nasconde dietro al suo ciuffo e si esibisce in pose da shoegazer consumato, danzando sinuoso con il jack del proprio strumento, Kat Day ammicca sorniona lanciando risatine complici al compare.

Raffinatezza e classe convogliate in un’oretta e mini bis che si frantuma sull’onda lunga di “Dayzed”, dove Nick sfida la drum machine spogliandosi della tracolla della chitarra e suonando lo strumento poggiato al ginocchio.

Sorrisi, strette di mano e “thank you for coming” rimandati al banchetto del merchandising, dove i due si intrattengono con tutti.

Gli ultimi veri romantici sono passati da qui stasera.