Ryley Walker aveva dodici anni quando un compagno di scuola gli ha passato un CD ““ R di “The Lillywhite Sessions”, album che la Dave Matthews Band aveva iniziato a registrare tra il 1999 e il 2000 insieme allo storico produttore Steve Lillywhite (U2, Simple Minds, Talking Heads) e poi accantonato, ritenendo poco validi quei brani.

Dodici tristi canzoni bastarde (come Dave Matthews le ha definite qualche tempo dopo) che non sono mai state pubblicate ufficialmente, finendo nelle mani di Craig Knapp, cantante di una cover band della DMB chiamata Ants Marching, che ha caricato tutto su internet. I file si sono fatti strada grazie a Napster e peer to peer arrivando alle orecchie dei fan più o meno contemporaneamente all’uscita dell’album successivo della Dave Matthews Band (“Everyday”).

Ryley Walker era un Dave Matthews Head di seconda generazione che rimpiangeva “Before These Crowded Streets” ma era pronto a difendere strenuamente ogni capitolo della discografia DMB. Scherzava spesso con alcuni dipendenti della Dead Oceans (e perfino con Eric Deines della Jagjaguwar) su quanto gli sarebbe piaciuto rendere omaggio alla band della Virginia. Lo scherzo è diventato realtà  in un disco di classe, registrato in trio col bassista Andrew Scott Young e il batterista Ryan Jewell in appena quattro giorni, senza tener conto delle versioni rivedute e corrette di diversi brani uscite nel 2002 in “Busted Stuff” quinto album della DMB.

Le tristi canzoni bastarde scritte da Dave Matthews cambiano pelle nelle mani del musicista dell’Illinois: le orchestrazioni quasi free jazz di “Grey Street” e “Raven” convivono tranquillamente col noise di “Diggin’ A Ditch” tra Sonic Youth e Dinosaur Jr. e con la confusione rumorista di “Monkey Man”. Un Ryley Walker così non si era mai sentito (ci siamo lasciati trasportare, quella canzone fa schifo ha ammesso con la solita onestà  parlando proprio di “Monkey Man”). Rimpianti a parte si diverte e sperimenta anche quando “fa il Dave Matthews” provando a ricalcare timbro e cadenza del suo idolo in “JTR”, “Grace Is Gone”, “Bartender” o in una “Captain” in cui il protagonista è molto meno pazzo dell’originale.

“The Lillywhite Sessions” versione Ryley Walker non è irriverente come “With a Little Help From My Fwends” dei The Flaming Lips o scherzoso stile Ryan Adams che si misura con la Taylor Swift di “1989”. E’ un omaggio di un fan per i fan, fatto con rispetto e ironia, che fa scoprire un lato diverso e meno intimo della musica di Mr. Walker dopo un album di difficile gestazione come “Deafman Glance”.

Credit Foto: Evan Jenkins