di Marco Barattistuta

Torna in Italia dopo due anni il trio nordirlandese ormai trasferitosi da diversi anni in USA.

Una sola data nella periferia nord al Legend di Milano in un lunedì sera uggioso di fronte ad un buon pubblico di appassionati del loro “britpoppunk” che sembrava apprezzare molto i brani proposti.

Negli anni ’90 mi innamorai dei loro adorabili brani orecchiabili ed energici allo stesso tempo ed è stato piacevole riscoprirli nella mia memoria musicale ascoltando la consueta playlist che mi ero preparato in vista dell’evento. Brani che non ascoltavo più da parecchi anni avendoli a tratti persi di vista a causa degli alti e bassi della loro lunga carriera.

Il concerto inizia puntuale alle 22:15 dopo una divertente apertura della esordiente band inglese di brit pop Indoor pets che ha terminato tra applausi convinti.

La scaletta di questo tour è basata sui brani del nuovo interessante lavoro “Island” che vengono sapientemente inframezzati dai successi anni’90 con pochissimo spazio lasciato ai lavori degli anni 2000 che evidentemente non hanno regalato molte perle degne di farne parte nonostante il buon numero di singoli proposti in digitale nel periodo in cui provavano ad andare oltre alla logica dell’album.

Anche il pubblico in sala sembra esplodere alle prime note dei successi del primo periodo cantando a squarciagola per superare il muro di suono generato dal basso punkettone di Mark Hamilton, suonato rigorosamente a gambe larghe come nella migliore tradizione del genere con tanto di t-shirt con teschio a tema.

Veri boati hanno accompagnato le prime note dei classici “Oh Yeah” e “Goldfinger” ma è il nuovo album a sorprendere in versione live dimostrando di uniformarsi bene al resto della scaletta del tutto simile a quelle del resto del tour.

Il clima all’interno del Legend si scalda e il live si conclude con “Did Your Love Burn Out?” e “Lose Control” ad un orario ancora decente anche per chi il giorno dopo ha la sveglia di primo mattino.
In sostanza un live piacevole per una band che vale la pena vedere dal vivo quando bazzica dalle nostre parti.

La resa sonora dell’impianto è veramente ottima e, nonostante i volumi elevati e la mia poca distanza dai diffusori, nessun acufene mi ha accompagnato come avveniva spesso quando gli Ash hanno comiciato a calcare i nostri palchi.

Setlist:
True Story
Kung Fu
Cocoon
Annabel
Oh Yeah
Confessions in the Pool
A Life Less Ordinary
Goldfinger
Walking Barefoot
Shining Light
All That I Have Left
Incoming Waves
Orpheus
Cantina Band (John Williams cover)
Jesus Says
Numbskull
Buzzkill
Girl From Mars
Burn Baby Burn

Encore:
Did Your Love Burn Out?
Lose Control

Song played from tape:
(I’ve Had) The Time of My Life (Bill Medley & Jennifer Warnes song)