Un anno fa il live di Nick Cave a Tel Aviv era stato al centro di pesanti critiche da parte di alcuni artisti/colleghi.

Brian Eno, Roger Waters, Thurston Moore e molti altri avevano invitato Cave ad annullare la data facendo appello alla grande campagna di boicottaggio d’Israele che da mesi porta molti musicisti ad annullare le loro apparizioni nel controverso paese medio-orientale.

Cave, in una nota conferenza stampa, aveva però declinato l’invito dichiarando:
Dopo averci pensato molto ho chiamato i miei ragazzi e gli ho deto “‘faremo il tour in Europa e Israele.’ Improvvisamente per me è diventato molto importante schierarmi contro tutte quelle persone che cercano di mettere al loro posto i musicisti, bullizzandoli, censurandoli, ponendoli in silenzio.

Ora emerge che il leader e voce dei Bad Seeds non si limitò a dichiarazioni ufficiali ma inviò anche una lettera a Brian Eno.

Scriveva Cave:
Non sostengo l’attuale governo in Israele, ma non accetto che la mia decisione di suonare in quel paese sia in qualche modo trattata come tacito sostegno per le politiche di quel governo. Non condono le atrocità  che hai descritto; nè sono sono all’oscuro di esse. Ho svolto una considerevole quantità  di lavoro per la Palestina attraverso la Fondazione Hoping, raccogliendo personalmente circa 150.000 sterline per i bambini della Palestina, quindi in un certo senso, ho già  fatto il mio.

e ancora:
Ma non sostengo anche il movimento di Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni, lo sai. Penso che il boicottaggio culturale di Israele sia vigliacco e vergognoso.

Il contenuto di questa lettera è apparsa in una sessione di Q&A organizzata dal sito Red Hand Files accompagnata da ulteriori note dello stesso Nick Cave, che aggiunge:
Brian Eno, più di ogni altro musicista, ha insegnato ai miei amici e a me come fare musica. I dischi che ha realizzato rimangono alcune delle registrazioni più importanti ed essenziali che abbia mai sentito. Quindi, se sembra esserci un filo di angoscia che attraversa questa lettera, questo è davvero il caso. Sto scrivendo al mio eroe.

e conclude:
Occasionalmente, mi chiedo se io e i Bad Seeds abbiamo fatto la cosa giusta suonando in Israele. Non posso rispondere a questa domanda. Comprendo e accetto la validità  di molti degli argomenti che mi vengono presentati. In effetti, alcuni dei miei più cari amici dell’industria musicale hanno trovato la mia decisione molto difficile da accettare, ma dopo molte considerazioni ho deciso che semplicemente non potevo trattare i miei fan israeliani con disprezzo solo per eseguire gli ordini di Brian Eno.

Credit Foto: Kerry Brown