Una discografia smisurata, ricca di cadute di stile dove ciò che si salva è sempre e comunque la sua voce, annegata dalla prepotenza dei produttori del momento, tra dance gommosa e becero pop .

Premesso e nonostante ciò trovate una persona che non associ la parola “soul” ad Aretha Franklin e che non si faccia travolgere dall’ascolto almeno di un suo best of.

Per chi invece è assetato della profana ma rigenerante acqua che sgorga dalla sorgente del soul e rhythm & blues, non rimane che approfondire quella sterminata discografia e cogliere senza indugio le primizie di alcuni autentici capolavori, che nel giro di pochi anni irruppero nella ribollente scena discografica della soul music degli anni ’60 (al riguardo consiglio caldamente il volume “SWEET SOUL MUSIC” di Peter Guralnick)
Scoperta da quel John Hammond , che poi ebbe la lungimiranza di fare lo stesso con Bob Dylan e Bruce Springsteen, dovette attendere però il passaggio dalla Columbia all’Atlantic sotto l’egida di Jerry Wexler per poter finalmente sbocciare in tutta la sua unica verve interpretativa e divenire la regina del soul.

Regina del soul che fa proprio il repertorio altrui e che con uno stile unico ed inimitabile travolge l’ascoltatore, come avviene anche “Soul ’69” che suggela la felicissima creatività  della seconda parte degli anni ’60 e che segue altri capolavori quali “I Never Loved A Man”, “Take a look”, “Lady Soul”, “Aretha Now”, album di sfrenata e gioiosa potenza.

Il re Mida del soul trasfigurato in figura femminile dove tutto ciò che tocca diviene oro, come un paio d’anni prima con la “Respect” di Otis Redding qui con “The track of my tears” già  un classico conosciuto nell’interpretazione di Smokey Robinson.

Un album la cui peculiarità  rispetto ai precedenti è dettata dal fatto che si palesa una forte influenza jazz, ben giustificata dalla presenza nelle registrazioni di musicisti provenienti dalla Count Basie Orchestra e il Miles Davis Quintet ma dove rimane l’aggancio con il classico suono soul grazie alla sezione ritimica funky di brani come “Today I Sing the Blues” e “Tracks of My Tears”.

“Soul ’69” non contiene singoli di successo, ma è uno di quegli album di Aretha da possedere e da godere senza riserva alcuna.

Aretha Franklin ““ “Soul ’69”
Data di pubblicazione:
16 gennaio 1969
Registrato a: Atlantic Studios, New York
Tracce: 11
Lunghezza: 40:49
Etichetta: Atlantic, Rhino
Produttori: Tom Dowd, Jerry Wexler

Tracklist
1. Ramblin’
2. Today I Sing the Blues
3. River’s Invitation
4. Pitiful
5. Crazy He Calls Me
6. Bring It On Home to Me
7. Tracks of My Tears
8. If You Gotta Make a Fool of Somebody
9. Gentle on My Mind
10. So Long
11. I’ll Never Be Free
12. Elusive Butterfly