Nel gennaio 2009, preceduto dai singoli “Unfinished Business”, “Death” e l’eponimo “To Lose My Life”, usciva l’album d’esordio degli inglesi White Lies.

Co-prodotti da Ed Buller (SuedePulp, per citarne due), i White Lies proposero, in piena ondata post-punk revival, la loro offerta, scura, sofferta, tra l’industriale, l’atmosferico ed il gotico, tra morte ed amore. Bravi sicuramente a coniugare trame post punk e synth pop con picchi  evocativi e maestosi dati  dal supporto orchestrale e dai ritornelli più che orecchiabili di Harry McVeigh, i londinesi divisero subito critica ed ascoltatori: c’era chi ne andò subito pazzo abusando al contempo dell’etichetta next big thing , chi  – probabilmente più diffidente visto il grande hype creatosi intorno all’uscita dell’album – pur riconoscendo l’efficacia e la bellezza di alcuni pezzi, dava poco credito ad una potenziale futura conferma o addirittura ascesa della band inglese, accusandola di scarsa originalità  e di essere sulla scena solo perchè  desginata a vincere in partenza.

Ebbene, col senno del poi, stavolta sarebbero stati  i detrattori ad avere ragione: nonostante quasi un milione di copie vendute ed aver raggiunto subito la vetta della UK Chart, “To Lose My Life…” resta (ad oggi, e per alcuni insieme al concept “Big TV” del 2013) il capitolo migliore della discografia dei White Lies.

White Lies – To Lose My Life…
Data di pubblicazione: 19 Gennaio 2009
Tracce: 10
Lunghezza:  44:50
Etichetta:  Fiction Records
Produttori: Ed Buller, Max Dingel

Tracklist:

1. Death
2. To Lose My Life
3. A Place To Hide
4. Fifty On Our Foreheads
5. Unfinished Business
6. E.S.T.
7. From The Stars
8. Farewell to The Fairground
9. Nothing to Give
10. The Price of Love