Cronaca di una band sull’orlo di una crisi di nervi. Potrebbe essere questo il sottotitolo di “Radio City”, secondo album dei Big Star. Orfani del chitarrista-fondatore Chris Bell dopo divergenze personali e musicali, erano guidati ormai solo da Alex Chilton con Andy Hummel al basso e Jody Stephens alla batteria. Questo è il trio che ha suonato alla prima Association Of Rock Writers Convention nel maggio 1973. Uno show che ha stregato vecchie volpi della critica come Cameron Crowe, Bud Scoppa, Danny Goldberg, Lester Bangs, fondamentale per il futuro dei Big Star e per la nascita del successore di “#1 Record” registrato agli Ardent Studios di Memphis con la supervisione di John Fry e il contributo esterno di Richard Rosebrough alla batteria e Danny Jones al basso, musicisti con cui Alex Chilton amava suonare facendo le ore piccole in studio.

“Radio City” è il disco in cui i Big Star diventano a tutti gli effetti la band di Chilton, re malinconico autore o co-autore di quasi tutte le canzoni (la sua preferita era però “Way Out West” scritta da Andy Hummel e cantata da Stephens) che affida la copertina all’amico William Eggleston e perfeziona quel sound ispirato alla British Invasion ma orgogliosamente made in Memphis fatto di chitarre orecchiabili e taglienti che avrebbe fatto diventare i Big Star padrini del power pop. Un album seminale e paradossale. Accolto col solito entusiasmo dagli addetti ai lavori ma vittima di un lungo braccio di ferro tra la Stax (che avrebbe dovuto distribuire l’etichetta Ardent) e la Columbia. Una guerra tra labels destinata a concludersi nel modo peggiore, con la bancarotta della Stax nel 1975. Solo una manciata di copie di “Radio City” arrivarono nei negozi, l’album vendette poco come il precedente del resto (per problemi di distribuzione molto simili).

La solita sfortuna dei Big Star e fa sorridere pensarci oggi, quarantacinque anni e innumerevoli cover di “She’s a Mover” e “September Gurls” dopo. Oggi che ai Big Star sono stati dedicati album tributo, libri (tra i tanti segnaliamo “Big Star’s Radio City 33 1/3” di Bruce Eaton dedicato al festeggiato di oggi) documentari (l’ottimo “Big Star: Nothing Can Hurt Me”) e che il loro talento è stato riconosciuto anche grazie a gruppi come The Bangles, Teenage Fanclub, The Replacements, The Posies, R.E.M. che hanno fatto conoscere a sempre nuove generazioni di fan le emozioni che i Big Star riuscivano a creare.

Big Star – “Radio City”
Data di pubblicazione: 1 febbraio 1974
Registrato Ardent Studios (Memphis)
Tracce: 12
Lunghezza: 36:14
Etichetta: Ardent
Produttori: Big Star

Tracklist
1. O My Soul
2. Life Is White
3. Way Out West
4. What’s Going Ahn
5. You Get What You Deserve
6. Mod Lang
7. Back of a Car
8. Daisy Glaze
9. She’s a Mover
10. September Gurls
11. Morpha Too
12. I’m in Love with a Girl