Sono passati più di tre anni da “A Raw Youth” e visti i tempi che corrono non poteva mancare un nuovo album di Le Butcherettes. Dopo tre dischi prodotti da Omar Rodrà­guez-López (At The Drive In, Mars Volta) Teri Gender Bender, Alejandra Robles Luna, Riko Rodrà­guez-López e Marfred Rodrà­guez-López hanno deciso di cambiare, affidando la produzione al all’ex tastierista di Modern Lovers e Talking Heads Jerry Harrison (No Doubt, Violent Femmes, KD Lang).

Una scelta destinata a influenzare non poco il suono del quartetto, che abbandona le ruvidità  garage in favore di un art rock minaccioso e sfrenato, senza rinunciare all’indole punk. Il risultato è un album più accessibile, che non rinnega quanto fatto in passato ma guarda avanti. Dopo Iggy Pop in “A Raw Youth”, Le Butcherettes collaborano con Jello Biafra dei Dead Kennedys che si scatena in un arrabbiatissimo spoken word alla fine di “spider/WAVES”.

La voce di Teri Gender Bender è sempre graffiante e incisiva, come lo sono i testi, ma sarebbe stato molto difficile qualche anno fa immaginare Le Butcherettes intonare “strong/ENOUGH” con riff di chitarra ridotti al minimo, sintetizzatori e batteria che seguono la linea melodica passo dopo passo o cimentarsi nell’intro acustico di una ballata come “in/THE END”. Il nuovo lato pop di Le Butcherettes si esprime al massimo in “la/SANDàA” cantata da Mon Laferte, musicista e attrice cilena più volte candidata ai Latin Grammy. “mothers/HOLDS” è l’esatto opposto: un brano crudo e brutale con Alice Bag dei Bags (uno dei primi gruppi punk losangelini) alla voce.

“Bi / Mental” è un disco avventuroso, che gioca con stili, suoni e immagini. “Uno spirito in piena crisi nel bel mezzo di un tornado” come Teri Gender Bender l’ha definito. Difficile che venga apprezzato da chi amava i dischi prodotti da Omar Rodrà­guez-López, troppe le differenze. Un album senza filtri, che mostra l’anima più irriverente di Le Butcherettes ma non ha l’impatto viscerale e sanguigno dei precedenti.