di Elvezio Sciallis (La Tela Nera)

Questo film mi ha sorpreso, anche se i due fratelli registi mi erano già  piaciuti in ‘Jeruzalem’. Roba fosca, Lituania 1670qualcosa, piccolo villaggio di ebrei con una coppia che non ha ancora dimenticato la morte del giovane figlio e non riesce a guardare al futuro (vi traduco dal sinossese: trombano sì, -anche se con scarso stile, imho-, ma niente figli e comincia a essere un problema). Lei è una donna tanto intelligente quanto “deviante” dalla norma del suo ambiente e si interessa di Kabbalah nel senso che ne sa tipo un rabbino di 100esimo livello, ok.

Arrivano dei gentili (che per come si son sempre comportati i gentili, io avrei scelto un qualche altro fottuto nome per indicarli, ma ok 2) e partono con robe scarsoscientifiche che ehi, attualità  a manetta: mi hanno ricordato molti italiani, stesso acume, perspicacia, apertura. Accusano gli ebrei di non ammalarsi di peste per qualche roba magica e hai voglia a spiegargli che non lo sono, ammalati, in quanto perfettamente isolati… Insomma o guarite mia figlia, dice il poco gentile capo dei gentili, o vi sterminiamo tutti tanto voi non sapete nemmeno combattere. E comunque a prescindere è COLPA VOSTRA.

Mentre la maga/healer mezza gitana del villaggio (??? wtf, strana figura ma ok 3, c’è anche lei) cerca di guarire la bambina, ci sono alcuni giovani che invece vorrebbero menare, ma c’è più che altro lei che si rompe le ovaie di queste cortesie e assembla un Golem per difendere il villaggio.

I Paz Bros hanno fatto balzi da gigante e arrivano qui molto più maturi, azzeccano sia la genesi che l’aspetto del Golem (sarebbe stato difficile girare il film con un robo tipo Concrete di Paul Chadwick che si aggira a mazzuolare persone), azzeccano il sottotesto madre-figlio indovinatissimo se innestato su un archetipo come questo (difficile da trattare senza scadere nell’anticume), essenzialmente una volta creato il “mostro” se ne fregano anche abbastanza e rimangono concentrati sui personaggi (lei, una Hani Furstenberg un po’ troppo bella, essù mettete dei limiti e dei paletti alla quota-bellezza, e altrettanto brava, ha un gran bel personaggio che si innesta benissimo nella galleria di grandi, grandi protagoniste dell’horror recente) e sulle loro beghe.

Il golem in certi momenti è terrificante senza dir nulla, c’è un esorcismo diverso dal solito (anche grazie al c…., vista la religione, direte voi, e avreste ragione), relazioni e tematiche modernissime spostate però a fine Seicento, un classico-ipercontemporaneo, per me funziona tutto alla grande ed è il primo titolo forte-forte (non mi aspettavo così buono) nell’horror 2019.