30 anni fa usciva il quarto album di Morrissey ,”Vauxhall and I”, un lavoro che si pronunciava difficile per la sua carriera , a causa degli eventi che avevano anticipato la sua realizzazione e inevitabilmente colpito il cantante, rendendo più cupa e pesante la sua già  naturale visione angosciata del mondo, della vita, dell’essere umano.

Il 29 aprile del 1993 moriva Michael Mick Ronson.

Per i pochissimi che non hanno presente chi fosse, Mick è stato, a partire dagli anni 70, uno dei musicisti più importanti, collaborando con artisti del calibro di David Bowie, ai tempi degli Spiders from Mars con la sua chitarra che tanto ha ispirato il punk rock degli anni seguenti, di Lou Reed, producendo il suo “Transformer” e arrangiando le splendide “Perfect Day” e ” Satellite of love”,e  incrociando nella sua brillante carriera tanti altri grandissimi artisti tra i quali Tony Visconti, Bob Dylan, Van Morrison, Ian Hunter e infine anche il nostro Morrissey.

Nel 1992 aveva prodotto per lui “Your Arsenal”, nel quale la presenza di Mick Ronson aveva dato un tocco diverso rispetto ai due precedenti lavori, più rock e per certi aspetti anche più glam, e con alcune caratteristiche dei lavori di David Bowie.

La musica di Alan White e Mark E. Nevine insieme alla produzione di Ronson sembravano aver chiuso definitivamente  il capitolo The Smiths , che nei primi lavori di Moz ancora si percepiva, tracciando una linea nuova e interessante che doveva essere approfondita.
Tra Morrissey e Mick Ronson era nata un’amicizia fatta di intesa e stima reciproca ed era previsto di ripetere la collaborazione, che tanto successo aveva riservato a “Your Arsenal”, con ” Vauxhall and I”.

La morte di Ronson arrivò preannunciata dalla malattia, ma fu comunque improvvisa e colpi particolarmente Morrissey,in un periodo funestato dalla perdita del suo produttore Nigel Thomas e del suo caro amico Tim Broad.
Nonostante questo periodo così difficile la realizzazione finale del nuovo lavoro fu particolarmente brillante, riuscendo a pubblicare un album ben riuscito Morrissey dava una spinta ulteriore alla carriera solista.

Prodotto dal mitico Steve Lillywhite, nell’edizione originale erano presenti 11 canzoni realizzate da Alain White, sei brani, e da Boz Boorer, cinque brani.
La sfida tra i due musicisti viene vinta secondo me, da Boz Boorer , che realizza la parte più interessante e innovativa dell’album e si dimostra particolarmente brillante in questa occasione.
Il brano di apertura è “Now My Heart Is Full”, ed è una delle canzoni che più amo, l’ho trovata sempre così triste, come un disperato tentativo di attaccarsi a qualcosa pur sapendo che non c’è speranza e che avere un cuore pieno di amore non basta.

Il secondo brano “Spring-Heeled Jim” è altrettanto bello e potente, con incessante dialogo in sottofondo che lo rendono unico seguito da “Billy Budd”, il primo brano scritto da Alain White, che spezza un po’ l’incantesimo e che sia nella musica che nel testo, ispirato da “Handsome Sailor” di H. Melville, non l’ho mai trovato particolarmente affascinante.

L’album ha un ottimo livello generale ma ho sempre ritenuto un passo avanti tutti i brani di Boorer, che stranamente, o forse no, hanno anche i testi più interessanti.
Così succede per “The More You Ignore Me, the Closer I Get”, pur con una melodia tutto sommato orecchiabile, realizza nella combinazione musica testo un gioco interessante, quello che può sembrare da una lettura superficiale un simpatico gioco in realtà  lentamente si trasforma  nell’incubo classico dello stalking, “…quando dormi mi insegnerò nei tuoi pensieri … “… “… è guerra, è guerra”…“, o “Speedway” potente e inesorabile anche nel testo.

Di Alain White ho sempre apprezzato “The Lazy Sunbathers”, così malinconica nel sottolineare l’apatia dei Lazy Sunbathers, indifferenti e insensibili, mentre gli altri muoiono loro si concentrano solo sul loro piacere.

Quando “Vauxhall and I” uscì lo considerai il miglior album di Morrissey, e ancora oggi lo considero tra i suoi migliori, con una scrittura particolarmente cupa che lascia poco spazio all’ironia e al sarcasmo, che nel finale di molte altre sue liriche spesso sembrano sbaragliare le carte in tavola.

Indissolubilmente legato ai dodici giorni più belli della mia vita, questo per me è un capolavoro, un piccolo gioiello che a distanza di tanti anni continua inesorabilmente a brillare.

Data di pubblicazione: 14 marzo 1994
Durata:   39:53
Tracce: 11
Etichetta: Parlophone, EMI
Produttore: Steve Lillywhite

Tracklist:
1. Now My Heart Is Full ““ 4:57
2. Spring-Heeled Jim ““ 3:47
3. Billy Budd ““ 2:08
4. Hold on to Your Friends ““ 4:02
5. The More You Ignore Me, the Closer I Get ““ 3:44
6. Why Don’t You Find Out for Yourself ““ 3:20
7. I Am Hated for Loving ““ 3:41
8. Lifeguard Sleeping, Girl Drowning ““ 3:42
9. Used to Be a Sweet Boy ““ 2:49
10. The Lazy Sunbathers ““ 3:08
11. Speedway ““ 4:30