L’idea di pop che hanno i Sambassadeur è la nostra. C’è poco da fare. Una canzone semplice, in apparenza, che ti rinfranca dopo una giornata pesante, che sappia scaldare mani fredde e aiutare la persona a riconnetersi con i sentimenti. La musica sa scavare dentro una corazza e sa aiutarci a tirar fuori quello che c’è dentro e, attenzione, non devono per forza essere sorrisi, ma anche lacrime.

La musica pop sa anche infondere spensieratezza e brio a un momento pesante, sa riportare i brividi quando cervello e orecchie hanno deciso di chiudere le comunicazioni. Il potere di una canzone è immenso e i Sambassadeur è come se avessero iscritto nel loro DNA cosa vuol dire realizzare una canzone pop, che sappia fare quanto appena scritto.

“Survival” arriva a sette anni di distanza da quell’altra perla di equilibrio e pop che era “European”. Non ci sono scossoni, non c’è la ricerca della luna, anzi forse c’è anche meno magniloquenza in certi arrangiamenti rispetto al lavoro precedente, ma la magnifica bravura tutta nordica di gestire alla perfezioni suoni, melodie e cantato, per creare qualcosa che non scorre via, ma fin dal primo ascolto trova posto dentro di noi, un posto speciale. Attenzione non grazie a una proposta nuova o ricca di innovazione, ma propio con la forza di un ordinario che non si fa routine, ma nel quale si coglie il meglio che può dare.

Da splendide carezze acustiche, che ci sfiorano come onde carezzevoli (“Roads” o “41”) a quella perla sublime che è il singolo “Foot Of Afrikka”, che ci conquista proprio con la sua semplicità  e quell’arrangiamento gentile che si sposa con la voce incantevole di Anna Persson. Un suono rigoglioso e scintillante in “Stuck” ci porta al gusto classico di “Orustfjord”, mentre è con “Kors” che proprio non riusciamo a stare fermi e abbiamo voglia di muoverci, ballare e sentirci vivi, anche se poi la vera perla è proprio il mid-tempo toccante e avvolgente di “The Fall”, canzone che guarda all’infinito. Bellissima. Ma qui tutto è bellissimo, perchè chi sa fare davvero pop non guarda solo alla forma, ma coglie la vera sostanza, che qui è capace di dare la pelle d’oca.

Bentornati Sambassadeur!