C’era molta attesa per il primo album della band di Manchester. Due soli brani, “Inspiration!” e “Nothing Is”, pubblicati sul il 10″ uscito nel 2017 (andato a ruba) erano bastati per portarli al centro dell’attenzione con relativi inviti a partecipare a festival importanti come Green Man, End of the Road ed il Blue Dot, inviti arrivati ancor prima che la band avesse mai fatto un ‘apparizione live.
“Incidental Music” è uno di quei dischi che inevitabilmente si “appoggiano sul piatto” con aspettative alte, alimentate dai giudizi entusiastici della critica specializzata che non ha di certo usato il braccino corto   nell’alzare le palette con impressi i voti più alti.

Con queste premesse e diciamolo pure, condizionamenti, che mi sono ascoltato la loro fatica con molto interesse e curiosità : la speranza d’imbattermi in un album “importante” è la benzina che mi (ci) spinge ad ascoltare il “nuovo” che il mondo musicale ci propone ogni settimana. Di “nuovo”, musicalmente parlando, la band, che prende il nome da una catena di supermercati cinesi, non ci porta nulla. O meglio, il trio mancuniano – composto da Joseph Evans, voce e synth, Tom Derbyshire al basso e Tom Sharkett alla chitarra – parte da una solida base krautrock e la arricchisce con le influenze che inesorabilmente vengono in superficie quando la tua esperienza si cristallizza in una delle città  britanniche musicalmente più prolifiche. La componente psichedelica fa da costante come da tradizione, lasciando alla chitarra ed al basso il compito di dare quel tocco d’imprevedibilità  al flusso ritmico e costante tipico del motorik. Neu!, Can, Faust ed i più contemporanei LCD Soundsystem vengono considerati tra i loro riferimenti. “Simpatico People” è il brano che apre le danze: dieci minuti di Kraurock con la voce di Evans che fa capolino dopo tre minuti, un pò fievole e stanca a dire il vero. “Empty Room” è il pezzo più lento e con una linea melodica sensuale ed accattivante. I due brani del 2017 vengono inseriti nell’album e possiamo immaginare il perchè. “Nothing is” è il momento migliore, ritmo che esplode veloce con un incedere post punk nel cantato con le chitarre libere di sbizzarrirsi. A sua volta “Inspiration!” con la sua carica psichedelica ed il ritmo ipnotico è un piccolo capolavoro nel suo genere.

Tirando le somme “Incidental Music” non tradisce le attese. I tre artisti sono molto abili, i suoni ben curati e le idee che nascono e si sviluppano avvolgendo il ritmo trascinante di certo non mancano. I tre ragazzi dimostrano di saper arricchire i brani con saggezza, ognuno conosce il proprio ruolo e sa dosare gli ingredienti in modo tale da poter gustare ogni singolo sapore a piatto servito. Due anni per produrre l’album si spiega solo così ed apprezziamo la scelta: sarebbe stato più facile sfruttare il successo iniziale fa per cavalcare l’onda. Ma come ci spiegano i surfisti più esperti, a volte bisogna saper aspettare. Credo che il buonissimo riscontro ricevuto dalla critica dipenda da quello e qui concordo. Un pò di coraggio nell’uscire dai solchi ben segnati dalle band che li hanno preceduti ed ispirati non guasterebbe. Brani come la conclusiva “Overnight Phenomenon” ci mostrano un lato diverso della loro creatività  che potrebbe essere da stimolo per il futuro.

Credit Foto: Rosieann Butcher