I Motorpsycho sono i Motorpsycho. Tre decenni di dischi pubblicati con cadenza quasi annuale, una band che ha esplorato e sviscerato ogni tipo di sonorità  e che dal vivo riesce a trasformarsi in un’entità  vibrante capace di mandare in estasi anche gli animi più miti.

Il pubblico è quello delle grandi occasioni, è un piacere vedere il Live Music Club di Trezzo sull’Adda riempirsi piano piano e scorgere, oltre lo zoccolo duro dei fan di vecchia data, volti giovani e imberbi.

La questione è seria, quasi sacrale. Non è il primo live a cui assisto e mi sento pronta per affrontare il terremoto emotivo che mi aspetta in questo piovoso martedì di fine maggio.

Salgono sul palco alle 21, puntualissimi e la partenza con “The Tower” e “Ship of Fool“, dall’album “The Tower” del 2017, è da capogiri. Il pubblico è già  rapito, spedito in chissà  quale universo parallelo, quando parte “Feel” dall’album “Timothy’s Monster”.

Incredibilmente caldi e maestosi. Cavalcate elettriche, saliscendi infiniti, virate eclettiche e sconfinate.  I ritmi ossessivi e ipnotici del basso di Saether, le chitarre senza limiti di Ryan, la batteria gigantesca di Jarmyr, unitamente ai giochi e agli effetti speciali della tastiera, fanno dei Motorpsycho una macchina perfetta. Vorresti trovare un’imperfezione, un difetto o una piccola falla, ma è impossibile. C’è ritmo anche quando sembrano rimanere immobili, prima di ogni esplosione che sorprende e toglie il fiato.

La scaletta prosegue con i brani dell’ultimo album “Psychotzar“, “Lux Aeterna” e “The Crucible” inframmezzati da alcune gemme del passato come “Coventry Boy” dall’album “Trust us” . I tempi sono dilatatissimi, una sensazione di stordimento e di perdita della cognizione spazio/temporale. Nulla di manieristico, i Motorpsycho sul palco si divertono e conduco, con grazia e bellezza rare, i presenti in uno stato mistico di trance.

Due ore e mezzo di concerto sono sfiancanti, lisergiche, i cuori vengono messi a dura prova. Il mio implode definitivamente sull’ultimo pezzo “577“.

Tutto più grande del previsto. Gli sguardi di chi esce dal Live Music Club sono la prova che la band di Trondheim non delude mai.