Dopo la prima serata al Molo Dalmazia, accompagnata dal mercatino DIY, il Beaches Brew Festival parte con la programmazione in spiaggia e la line-up è decisamente importante, con una risposta da parte del pubblico davvero clamorosa: persone giunte da tutta la penisola, oltre ai fan arrivati da numerose nazioni europee e non solo. Dopo non molto tempo diventa già  difficile camminare nell’area del Roof Stage, ma questo sembra essere il giusto premio per l’ottimo lavoro svolto da Chris Angiolini e dal suo staff insieme a quello dei ragazzi dell’agenzia olandese Belmont Booking.

ANY OTHER @ ROOF STAGE

La serata sembra iniziare con una piega piuttosto mordida. Adele Nigro, infatti, accompagnata dalla sola chitarra acustica e, in alcuni brani, da Marco Giudici al piano, crea, come sempre un set molto delicato. Sono deliziose le perle che ci fa assaggiare anche oggi a partire dall’emotiva “A Grade”, che apre il set o dai bellissimi e rigogliosi arrangiamenti dal sapore jazz di “Walkthrough”. Il profumo della sua musica è davvero internazionale e le sensazioni che sa creare assolutamente sincere: tutto ciò le consente di ottenere consensi anche ““ e forse diremmo anche maggiormente ““ dai numerosi stranieri giunti sulla spiaggia di Marina Di Ravenna.

CRACK CLOUD @ ROOF STAGE

Tempo di un veloce cambio di palco e, ancora sotto la tettoia, suonano i Crack Cloud, un numeroso collettivo proveniente da Vancouver, British Columbia. Difficile dargli una definizione: il frontman (o forse sarebbe meglio dire uno dei frontman) è un ragazzo di origini gallesi e cinesi che suona la batteria e canta. Il loro è un sound che affonda le radici nel post-punk, ma si sposta verso canali più sperimentali, con suoni che ricercano sbocchi su numerosi fronti, utilizzando, oltre alle numerose chitarre, anche synth e soprattutto il sax. L’energia del loro set carica la folla davanti al palco sotto la tettoia e in tanti sembrano rimanere sorpresi e soddisfatti allo stesso tempo: parecchi compreranno poi il vinile alla tenda del merch, segno che la band canadese ha lasciato un buon segno.

RON GALLO @ BEACH STAGE

Di chiare origini italiane e quasi di casa nel nostro paese (con una manciata di date il mese scorso e un djset qui all’Hana-Bi previsto per domenica prossima), Ron Gallo torna sul palco della spiaggia più famosa e amata d’Italia, dopo la sua performance della scorsa estate: al contrario di allora, però, arriva la “promozione” sul palco grande sulla spiaggia.
Nel frattempo è arrivato anche il suo secondo LP, “Stardust Birthday Party”, uscito lo scorso ottobre: è il suo ultimo appuntamento live dopo due anni e mezzo on the road e forse Ron non ha scelto per caso di chiudere proprio in questo luogo così magico.

Il suo set, basato soprattutto sulle canzoni del suo lavoro più recente, è piuttosto energico e sa andare anche oltre al garage-rock da cui sicuramente partono le sue influenze, passando anche su territori psych-rock, art-rock e punk: la sua sezione ritmica ben lo supporta e rende il concerto ancora più compatto e deciso.

Lo sfogo arriva durante la penultima canzone, quando Gallo lascia suonare la chitarra alla sua fidanzata (italiana) e si tuffa tra il pubblico in mezzo alla spiaggia quasi per andare a prendersi quel calore umano dei suoi fan che si è ampiamente meritato dopo questo lungo girovagare.

TROPICAL FUCK STORM @ ROOF STAGE

Ci spostiamo di nuovo verso il palco sotto la famosa tettoia per assistere al live dei Tropical Fuck Storm. La band art-punk di Melbourne è una di quelle che ci sanno sorprendere: negli ultimi mesi avevamo ascoltato il loro album, “A Laughing Death In Meath Spae” (uscito lo scorso anno per la Joyful Noise), ma non avevamo intuito quanto live potessero essere molto più incendiari e sperimentali. Chitarre distorte, rumorosi suoni inaspettati, ritmi serrati, cattiveria e soprattutto una grande energia. Un live di quelli da ricordare e una buona scoperta per tanti dei presenti.

COURTNEY BARNETT @ BEACH STAGE

Eccoci qui all’appuntamento più atteso della serata, quello che tutti aspettavano, la prima volta di Courtney Barnett in Italia: ci raccontano amici come sia stata proprio lei a voler fare il suo esordio nella nostra penisola proprio in questa location, forse consigliata da altri musicisti già  passati in questi bellissimi e amati lidi.

Accompagnata solo da basso e batteria, la trentunenne nativa di Sydney presenta un set decisamente indie-rock nel più classico dello stile, composto in equal parte da canzoni dei suoi due album: le sensazioni sono decisamente buone e i riscontri positivi da parte della numerosa folla presente sulla spiaggia del lido romagnolo non si fanno attendere. La parte melodica è molto apprezzabile e anche l’energia non manca, tanto che il pubblico balla per tutta la durata del concerto.

C’è spazio anche per la nuova “Everybody Hates You”, prima che un classico come “Pedestrian At Best” chiuda la serata con la giusta dose di adrenalina per tutti.

Un’altra di quelle giornate che non si dimenticheranno a lungo qui all’Hana-Bi: the magic always keeps on.