Lo dico sempre e non mi stanco di ripeterlo. La nostra rubrica Brand New ci da la possibilità  di affezionarci a delle band, vedendole crescere, vedendo i loro progressi e magari naturali evoluzioni del suono. Con i Burning House di Southampton, guidati con mano abrasiva e sonica da Aaron Mills è andata proprio così. Li ricordiamo con piacere nelle loro prime uscite, in cui l’influenza dei My Bloody Valentine era altissima. Già  allora ci avevano colpito. Poi con il passare dei brani e dei singoli sempre di più gli anni ’90 di Billy Corgan o J Mascis si sono fatti strada nel loro sound, creando un prodotto che si destreggia alla grande tra percorsi shoegaze, power-pop e rock-noise.

“Anthropocene” non è un disco facile. E’ un lavoro che merita attenzione, tempo e anche concentrazione. Ci tengo a precisarlo perchè qui siamo di fronte a canzoni lunghe, rumorose eppure spesso davvero molto melodiche, capaci di cambiare l’umore, infondere rabbia, eccitazione e una forte tensione empatica. Dedicare un ascolto distratto a questo disco sarebbe un vero peccato.

Per chi rimpiange i Pumpkins sonici e incazzati ma nello stesso tempo capaci anche di infondere una vena psichedelica al loro suono, beh, “Anthropocene” è un disco che vi farà  andare in estasi. Se poi ci aggiungiamo quella forte componente shoegaze che non è mai mancata in questo terzetto, beh, allora non stupitevi se vi troverete in un mondo perfetto, capace di unire le due sponde musicali (America e Uk) che si affacciano sull’Oceano. Tra i contemporanei direi che anche i Nothing sono felicemente accostabili ai Burning House.

Kevin Shields che da la sua benedizione in “Mirror Song”, quel macigno monolitico di “Forever”, i percorsi notturni e popedelici di “13 Moons”, l’immediatezza di “Peach”, la brezza che diventa temporale in “Languor”, i Dinosaur Jr   che si affacciano in “Her Vowel No”. Quante facce di una medaglia. Non smetteremo di ripeterlo. Se amate le chitarre soniche “Anthropocene” farà  al caso vostro, ma aspettatevi davvero un disco dal minutaggio e dal peso specifico importante. Un prodotto importante che, ascolto dopo ascolto, entra sempre più sotto pelle.