Thom Yorke, Nigel Godrich e Tarik Barri, ovvero il progetto musicale e visuale che va sotto il nome di “Tomorrow’s Modern Boxes“, è la luce in fondo al buio del tunnel nel quale la società  moderna si è, purtroppo, incamminata. Un mondo estremamente liquido in cui ogni cosa pare connessa, ogni respiro è monitorato, ogni esistenza è scandagliata da occhi vigili ed attenti, nel quale, però, siamo, contemporaneamente, tutti estremamente soli, viziati, desiderosi di poter fruire di quei pochi minuti di celebrità  che crediamo, erroneamente, possano cambiarci finalmente la vita.

Thom Yorke ha il coraggio di sbatterci in faccia la verità : non siamo poi così eccezionali, non basta connettersi ad internet, avere uno smartphone con una ottima telecamera o qualche soldo, per produrre qualcosa di interessante e duraturo, qualcosa che riesca a entrare in sintonia con il lato più oscuro e fragile delle persone. Il concerto si apre, infatti, con un’oscurità  profonda ed asfissiante, ma ben presto veniamo tutti risucchiati da una luce abbagliante che disperde le nostre forme, annulla le distanze, trasforma la materia in pura energia.

L’artista inglese propone un set di brani misto: a fianco alle canzoni del recente “ANIMA” ci sono pezzi provenienti sia dal precedente lavoro “Tomorrow’s Modern Boxes”, sia dalla colonna sonora del film “Suspiria” di Guadagnino, sia dal primo lavoro solista “The Eraser”. La musica proposta rispecchia a pieno la nostra società , è un fiume che scorre veloce, in cui non esistono punti di inizio e di fine, è tutto in divenire, è tutto in perenne trasformazione, non esistono nè certezze, nè riferimenti sicuri ed il Tempo e lo Spazio si confondono e ci confondono, creando un’odissea di suoni ed immagini nella quale Thom ci invita a ritrovare noi stessi, perchè, in fondo, solo, ritrovandoci, potremmo riprendere il controllo delle nostre scelte e delle nostre azioni, concetto su cui si basa il recente “ANIMA”.
I passaggi orwelliani dell’ultimo album si fondono alla perfezione con l’ambientazione cosmica dello spettacolo. Ma nonostante i macchinari complessi, i software di controllo, la tecnologia all’avanguardia, Thom pare quasi voglia suggerirci di non fidarci di quello che vediamo e di quello che ci dicono. Il pericolo imminente è quello di smarrire il proprio spirito critico, restare intrappolati nel tunnel buio delle nostre paure e perdere la capacità  di discernere tra il vero ed il falso. L’elettronica cupa, le sonorità  nevrotiche, i synth compulsivi vengono proiettati direttamente sulle nostre cortecce celebrali.

Che ne sarà  di noi? Che ne sarà  dei nostri sogni?
Sono queste le domande che continuano a rimbalzarci nella testa, mentre l’ultimo brano del concerto, “Atoms For Peace”, scioglie tutti i nostri dubbi e le nostre paure nell’esplosione finale di luci e colori che pone fine al fantastico spettacolo di Thom e dei suoi Tomorrow’s Modern Boxes.

Foto Credit: Alex Lake