Era già  da un bel po’ che si vociferva di un disco acustico dei Jesus and Mary Chain. I paladini del feedback e delle chitarre deraglianti, i devoti cloni sonici di  Lou Reed e dei Velvet Underground lo avevano promesso e, alla fine, nel lontano 1994, eccolo qui, con un titolo già  delizioso di per sè, come se i fratelloni si fossero ben resi conto della situazione in cui si trovavano, con una stella musicale che piano si andava affievolendo.

Sta di fatto che dopo “Honey’s Dead” i nostri eroi danno alle stampe il tanto atteso album con la spina più o meno staccata e, dobbiamo dirlo, non è che all’epoca ci siamo strappati le vesti dalla gioia e purtroppo con il passare degli anni la sensazione è rimasta la stessa. Il disco è lungo, pure troppo, e i Reid lavorano ben poco in coppia visto che per lo più l’album è frutto della farina del sacco di William e la cosa si sente, sopratutto nella ricorrente tematica della morte che tanto ne occupa i pensieri. Dove porta quella lunga strada diritta in copertina? Riusciremo a percorrerla tutta, senza finire sfasciati lungo la via, in cerca della luce bianca che tanto bramiamo, perchè ormai stanchi di camminare?

Shane McGowan (ospite speciale nel disco) canta così in “God Help Me”: “God please help me through this day, I’m blind can’t see the way, God please help me through this day, I can’t take it, I just can’t take it anymore, I’ve been waiting long time, I’ve been waiting too long, To see the light“. La dice lunga.

Tutto, musicalmente, è nudo e ridotto all’osso (anche se l’elettrica non scompare del tutto), ben diverso dai dischi precedenti e i nostri sanno piazzare numeri pop come “Girlfriend”, “Between Us” o “She”, ma anche i classici rallentamenti circolari tipo “Hole” o la malinconia di “Everybody I Know”, ma il tutto suona senza particolare mordente e senza chissà  quale scintilla che elevi svariati brani dalla mediocrità .
Certo c’è “Sometimes Always”, il classico capolavoro che da solo ti può risollevare le sorti del disco, con l’incantevole voce di Hope Sandoval che duetta con William in un brano semplicissimo, eppure dotato di una forza evocativa cristallina. Il brano è uno dei punti più alti della discografia dei J&MC, poco ma sicuro, ma, essendo l’unico vero sussulto del disco, non basta a farci cambiare idea. Si poteva e doveva fare meglio.

Pubblicazione: 15 agosto 1994
Durata: 47:45
Dischi: 1
Tracce: 17
Genere: Rock alternativo, acustico
Etichetta: Blanco y Negro Records
Produttore: William Reid, Jim Reid

Lato A:
1 Dirty Water
2 Bullet Lover
3 Sometimes Always
4 Come On
5 Between Us
6 Hole
7 Never Saw It Coming
8 She

Lato B:
1 Wish I Could
2 Save Me
3 Till It Shines
4 God Help Me
5 Girlfriend
6 Everybody I Know
7 You’ve Been A Good Friend
8 These Days
9 Feeling Lucky