Che sia sempre benedetto Kevin Shields. Lo odiamo perchè ci prende in giro con i MBV, ma nello stesso tempo lo ringraziamo per aver istruito ed educato una marea di musicisti che si sono abbeverati alla sua santissima fonte. Questo accade anche con i favolosi Tennis System. Eppure c’è di più, troppo poco chiamarli devoti del Dio Kevin, nonostante i suoni di chitarra rimandino inevitabilmente a lui.

Se andate sulla loro pagina Facebook troverete un’immagine della band nella quale uno dei tre indossa una maglietta degli Earth Crisis. Non certo una band shoegaze. Non sto dicendo che in questo disco emergano pulsioni hardcore devastanti (anche se in certi momenti vanno davvero senza freni, vedi “Esoteric”), ma voglio far capire a chi legge che quello che avete fra le mani è un disco vivo, variegato, pulsante, che sprigiona chitarre soniche e intensità , trovando linfa vitale sia nel post-punk sia in gente come i primi Pumpkins . La musica dei Tennis System è magnifico punto d’incontro. L’album è davvero uno dei punti più alti e più belli in ambito shoegaze 2019. Forse abbiamo davvero fra le mani il disco che i My Vitriol non faranno mai (“Thir Time” o “Turn” ci ricordano proprio loro, non   riusciamo a farne a meno).

Matty Taylor, Sam Glassberg e Garren Orr hanno saputo manipolare la base dei MBV aggiungendo una forte carica personale ed emozionale, tipica forse della gioventù, ma non basata sullo “spacchiamo tutto“, no, anzi, ricca di passione, analisi, inclinazione all’oscurità  e all’introspezione. La ritmica del disco è superba: si fa cangiante e intensa a tratti, capace benissimo di rallentare per portarci in un mondo che sembra cristallizzato e liquido (vedi “Come Undone”) prima dell’esplosione.

Matt riassume magnificamente il disco: “Sono sempre alla ricerca di quella sensazione che ebbi da bambino, quando ho scoperto la musica per la prima volta. Anche se gran parte di questo album riguarda la frustrazione, alla fine si tratta davvero di avere una passione per qualcosa“. E qui, ve lo assicuriamo, la passione emerge. Fortissima e ci colpisce dritta al cervello.