A fine giugno i DZ Deathrays sono passati in Italia per tre date e abbiamo potuto iniziare ad assaggiare e gustare qualche nuovo brano di questo loro quarto LP, uscito questo weekend per l’inglese Alcopop! Records.

Registrato in appena due settimane a Los Angeles, il disco è stato prodotto da Miro Mackie (St Vincent, Cold War Kids, Waax) e arriva a distanza di solo un anno e mezzo dal precedente, “Bloody Lovely”.

Mentre il gruppo australiano ha scritto proprio questa notte sui suoi canali social di aver terminato le registrazioni anche della seconda parte del disco, che potrebbe uscire entro la fine dell’anno, noi andiamo ad ascoltare questo nuovo lavoro sulla lunga distanza.

La band di Brisbane, precedentemente etichettata come “dance-punk”, ha dichiarato di aver fatto alcuni cambiamenti per il nuovo disco: il viaggio inizia subito a farsi interessante con delle atmosferiche armonie dal sapore decisamente particolare per i DZ Deathrays. La canzone, che parla di migranti, ha un suono elettronico pulsante, mentre il suo coro ha un non so che di punky.

Pochi attimi e si passa al recentissimo singolo “Still No Change” in puro stile punk-pop con melodie aggraziate e deliziose, velocità  esagerata e ritornelli invitanti a cui è impossibile resistere: qui il pogo ai loro concerti è garantito, anche quando i toni – a tratti – diventano più tranquilli.

Il ritmo si fa più rilassato con “Hypercolour”, un pezzo indie-rock che a noi ricorda in più di un particolare i Blood Red Shoes, mentre la successiva “Snake” ha un’atmosfera indie-pop estiva e rilassata, ma non mancano anche pesanti e incalzanti riff perfetti per qualsiasi dancefloor.

Decisamente più sperimentale e riflessiva, invece, “Silver Lining”, che chiude il disco con paesaggi sonori differenti e più eleganti, ma comunque interessanti.

Tirando le somme abbiamo passato una mezz’ora divertente e anche ascoltato qualche piccolo e gradito cambiamento da parte della band australiana (diventata ora un trio con l’entrata ufficiale del touring guitarist Lachland Ewbank): sarà  curioso vedere cosa sapranno fare nella seconda parte di questo doppio album. Per il momento, enjoy the new record and let’s party!