Sempre molto prolifica la giovane Greta Kline, titolare del progetto Frankie Cosmos: dopo un anno e mezzo dal precedente “Vessel”, infatti, è arrivato lo scorso weekend anche il suo quarto album, “Close It Quietly”, mentre pochi mesi era uscita la compilation digitale solo voce e piano “Haunted Items”.

Registrato insieme ai suoi compagni di band, Lauren Martin (synth), Luke Pyenson (batteria) e Alex Bailey (basso) ai Figure 8 Studios di Brooklyn, il disco è stato prodotto da Gabe Wax (Soccer Mommy, Palehound).

Ancora una volta Greta ha preferito inserire nel suo nuovo lavoro sulla lunga distanza un numero molto elevato di canzoni, tutte intorno ai due minuti di durata (alcune anche meno), per un totale di appena quaranta minuti: una specie di toccata e fuga, ma questo non deve per forza essere visto come qualcosa di negativo.

A questo giro la Kline si è fatta aiutare maggiormente dai suoi compagni di avventura, dando così più una visione di una band piuttosto che di una singola persona: tutti i componenti del suo gruppo, infatti, hanno partecipato alla fase creativa di “Close It Quietly”, aiutando a creare qualcosa di più completo.

Ogni cosa sembra essere al suo posto in questo nuovo LP, la morbida voce di Greta, la produzione leggera, la strumentazione, la dolcezza e la delicatezza delle canzoni: ogni piccolo capitolo è una graziosa e intima perla poppy con riferimenti che vanno spesso a pescare i propri riferimenti nel mondo indie-rock degli anni ’90, senza dimenticare una preziosa attenzione alle sempre amatissime melodie.

Dalle chitarre alt-rock di “So Blue” a “Even Though I Knew”, che con il suo drumming veloce, stringe l’occhio a un indie-punk dai toni soft, passando per l’acustica, malinconica e folkeggiante “Self-destruct”, non possiamo negare che tutto funzioni bene e ci piaccia.

No, Frankie Cosmos non cambierà  le sorti dell’indie-pop con questo suo quarto LP e forse le sue variazioni sono ancora molto impercettibili, ma le sue ventuno canzoni si lasciano ascoltare molto volentieri tanto che se ne vorrebbe di più. Per il momento comunque teniamocela ben stretta e usiamola come soundtrack di questa fine estate.

Photo credit: Jackie Lee Young