Mi viene da ridere. Gli Adorable sono il mio gruppo preferito, Pete è il mio idolo e ho la casa piena di loro cimeli, ditemi voi come potrei essere un minimo obiettivo su di loro e sulle loro pubblicazioni.

Aggettivi superlativi si sprecherebbero se lasciassi parlare il fan che è in me, se poi aggiungiamo il fatto che a novembre andrò a vederli a Londra, beh, figurarsi, la misura e l’etica professionale sarebbero solo un lontano ricordo. Quindi prima di farmi travolgere dalla passione come Padre Ralph in ‘Uccelli di Rovo’ posso solo scrivere velocemente e lasciare comunque che i ricordi arrivino, inevitabili.

“Fake” mi fu registrato, in cassetta, dal mio mentore Claudio: “Senti qui che secondo disco hanno fatto, ruvido e ancora più melodico“, mi disse. Non si sbagliava. Come sempre. Recuperarlo in CD fu un dovere morale. Ricordo ancora gli articoli sui di loro su Rockerilla e ricordo benissimo la stroncatura spietata di Rumore del primo disco. Motivo in più per amare gli Adorable.
Un disco travagliato, rapporti umani complessi, situazione con la Creation non più limpida, la stampa che si gira dall’altra parte…quanto ci sarebbe da dire sulla band e sulla genesi di questo disco. Meno d’impatto rispetto all’esordio, con gli angoli più arrotondati, con una volontà  (e una capacità , doveroso dirlo) evidente anche di abbassare un po’ i toni (vedi due mid-tempo, se vogliamo definirli così, come “Man In A Suitcase” e “Lettergo”), facendo emergere in ogni brano una spiccata capacità  melodica. Non mancano le botte che colpiscono in pieno volto, da “Feed Me” a “Kangaroo Court”, ma il piatto forte si chiama “Vendetta” con le sue chitarre piene, gli stacchi perfetti e quel ritornello in cui la voce di Pete spadroneggia.

Quante volte abbiamo sentito la frase “troppo tardi per lo shoegaze e troppo presto per il brit-pop” riferita agli Adorable? Non credeteci. “Fake” non accusa cedimenti, anzi, è modello virtuso di trame soniche cangianti, che si spostano in perfetto equilibrio tra due semplici etichette come shoegaze e brit-pop, plasmandole e arricchendole.

Se la Creation avesse fatto il suo dovere chissà  come sarebbe andata la storia.

Released: 16 settembre1994
Genere: shoegaze, indie-rock
Label: Creation Records
Producer: Paul Corkett, Pat Collier

1 Feed Me
2 Vendetta
3 Man In A Suitcase
4 Submarine
5 Lettergo
6 Kangaroo Court
7 Radio Days
8 Go Easy On Her
9 Road Movie
10 Have You Seen The Light