George Michael aveva una voce incredibile, dei capelli straordinari e un sorriso smagliante. Aveva pure un fondoschiena davvero notevole, però. Gli bastò fasciarlo in un bel paio di jeans aderenti e scuoterlo come non ci fosse un domani per avere il mondo ai suoi piedi. Il videoclip di “Faith”, secondo singolo estratto dal fortunatissimo debutto solista del 1987, rappresentò un punto di svolta nella carriera della popstar britannica: da rassicurante idolo di milioni di ragazzine qual era stato fino ad allora, si conquistò a pieno titolo la denominazione di sex symbol sfrontato e ammiccante.

Da lì in poi fu una corsa gloriosa verso le stelle, interrotta bruscamente da una serie di storiacce di droga e incontri peccaminosi nei bagni pubblici. I tabloid di infima qualità  tanto amati dai suoi connazionali lo misero ingiustamente in croce; il nostro ne uscì con le ossa rotte e la reputazione sbiadita. La triste parabola di uno dei più talentuosi giganti del pop anni ’80 dovrebbe farci da lezione: da grandi successi derivano grandi rotture di scatole.

Perchè ambire a un ruolo da protagonista? Che senso ha diventare l’uomo al centro del palcoscenico? Pensate alla silenziosa spalla di George Michael ai tempi degli Wham!, il chitarrista Andrew Ridgeley. In tanti ancora si pongono domande sulla sua effettiva utilità  all’interno del duo. A lui non gliene può fregar di meno: è dal 1986 che si gode una meritatissima pensione d’oro. Buona parte dei suoi introiti derivano dai diritti d’autore per “Careless Whisper”, celeberrima ballad che, nell’ormai lontanissimo 1984, trascinò ai vertici delle classifiche di tutto il mondo l’album “Make It Big”.

Un lavoro costruito appositamente per vendere milioni e milioni di copie, come è facile evincere dal titolo. Tre parole che, tradotte in italiano, rendono esplicite le intenzioni degli Wham!: “fare le cose in grande” per “sfondare”. E sfondarono che era una bellezza, a partire dalla prima traccia in scaletta. “Wake Me Up Before You Go-Go” è una canzone vivace e ritmata che ci cala immediatamente nelle atmosfere spensierate alla base del disco. Come autore, George Michael guarda con poco interesse alle evoluzioni del synthpop; la sua attenzione va verso gli anni ’60 della Motown, del rhythm and blues e dei girl group.

Certo, “Everything She Wants” potrebbe benissimo essere un brano partorito dal Michael Jackson di “Thriller”, ma è solo una breve parentesi. Così come sono piccole eccezioni le suadenti melodie soul di “If You Were There” (cover degli Isley Brothers) e della soffice “Like A Baby”, gradevole omaggio ai maestri Hall & Oates utile più che altro per dare un senso alla presenza di Andrew Ridgeley, che si prende il primo minuto del pezzo tutto per sè per regalarci un gustoso assoletto di poche note.

“Heartbeat”, “Freedom” e “Credit Card Baby” sono, in misure diverse, gli episodi chiave di “Make It Big” e del suo fascino rètro: la prima cita le ballate rock degli albori e la malinconia tanto cara a Roy Orbison; la seconda, oltre a essere un trionfo di ritmi sincopati e armonie vocali, è probabilmente una delle cose migliori mai firmate da Michael; la terza recupera la lezione di Otis Redding per calarla nei plasticosissimi anni ’80, rovinandola quanto basta per retrocedere ai ranghi del riempitivo.

E di “Careless Whisper”, con il suo sassofono, la sua leziosaggine e la sua morbidezza vagamente pornografica, c’è davvero bisogno di parlarne? Capolavoro, come tutte le canzoni scritte con il prezioso contributo di Ridgeley. Che sono due: questa e “Club Tropicana”. Vi pare poco?

Wham! ““ “Make It Big”
Data di pubblicazione: 23 ottobre 1984
Tracce: 8
Lunghezza:  38:02
Etichetta: Epic
Produttore: George Michael

Tracklist:
1. Wake Me Up Before You Go-Go
2. Everything She Wants
3. Heartbeat
4. Like A Baby
5. Freedom
6. If You Were There
7. Credit Card Baby
8. Careless Whisper