Fa un po’ specie constatare come artisti di un certo peso, ma pure di una certa età , sfornino in maniera quasi compulsiva nuovi album di inediti, invadendo un mercato già  saturo.
Ma devo ammettere che di fronte a certi nomi, quali Van Morrison o Neil Young, la cosa non dispiace anche se poi ci si accorge che qualche lavoro di troppo, magari non per forza “brutto” ma sicuramente “inutile”, è in effetti stato pubblicato.
Non sorprende quindi che il buon vecchio Neil si presenti con questo nuovo “Colorado”, anche se il primo elemento da sottolineare è il ritorno con i compagni di sempre Crazy Horse assenti dal 2012 e, addirittura, la presenza di Nils Lofgren come featuring aggiuntivo (che, se non ricordo male, è dai remoti tempi di “Tonight’s The Night”, 1975, che non compariva al suo fianco in maniera determinante, escludendo la parentesi di “Trans” del 1982).

Non è il caso quindi di domandarsi se c’era davvero bisogno di un nuovo album di Neil Young, giacchè più che l’elevato numero di uscite, che in realtà  anche ai tempi d’oro erano sempre e comunque di una media di una uscita all’anno, è da ammettere che si tratta spesso di progetti estemporanei e non sempre molto ispirati.

Questo ennesimo album è un po’ un ritorno alla zona di comfort assicurata dai Crazy Horse, a cui periodicamente il Nostro fa ritorno, dettata dalla proverbiale e massiccia presenza del muro di chitarre e da lunghe divagazioni strumentali, inframezzate però dalle consuete e intime ballad tipicamente younghiane.
Sono proprio queste ultime (“Think of Me”, “Eternity”, “I Do”), impreziosite spesso dal piano oltre che la consueta armonica a bocca, ad essere gli episodi più riusciti, osservazione che stona con il disco che segna proprio il ritorno dei Crazy Horse.

In definitiva un disco che apparirebbe monocorde e piatto per chi non è avvezzo a seguire Neil in tutte le sue scorribande, un album solamente onesto invece per il fan attento e di lunga data.
Siamo di nuovo quindi ad indicare un nuovo lavoro non “brutto” ma “inutile” e, forse, anche le tematiche ambientaliste, ancora presenti e, a dir il vero, un po’ sconclusionate, iniziano a segnare la corda.