Dopo mille attese, rimandi, parole rimangiate e post Instagram sospetti è uscito “Jesus Is King”.

Tutti gli eventi satellite connessi al lancio del disco hanno reso il nuovo album di Kanye West, non solo un passaggio di un percorso artistico, ma un vero e proprio esperimento sociale.

Condizionati da tutta una serie infinita di circostanze, dichiarazioni e idee controverse legate a Kanye, dobbiamo pensare che sarà  la storia a giudicare in dettaglio questo disco del reverendo di Atlanta.

Qui provo ad analizzare il disco partendo da 5 idee-chiave + 1. La necessità  è quella di offrire una recensione che si concentri su concetti chiari e sintetici per capire la svolta cristologica di Kanye.

1. Il gospel di Kanye è redenzione e capitalismo.

Il lancio del disco è come l’acquisizione del “Salvador Mundi” di Leonardo Da Vinci, bello ma indecifrabile per i mortali. Tutto ciò che si muove intorno a “Jesus is King” è un universo tematico degno di un cinecomics. “Jesus is King” è una svolta nel personaggio Kanye West e prima che essere un disco è un’operazione mediatica complessiva. Kanye è la definizione precisa di cosa significherà  essere artisti per i prossimi 30/50 anni.

2. “Jesus is King” è un libro di frasi di Osho coniugato al cristianesimo evangelico.

Oltre però alle, questa volta abbastanza sobrie e posate, parti testuali, c’è il talento indiscusso dell’innovatore musicale più importante del decennio. Il disco non ha minimamente lo slancio di “Yeezus” o “My Beautiful Dark Twisted Fantasy”, ma è una tappa che probabilmente sarà  considerevole per esaminare, da un punto di vista storico, la vita artistica di Kanye West.

3. Legare il disco ad un film IMAX è una tendenza ormai pienamente sdoganata. Fare un disco oggi significa pensare ad un pacchetto multimediale artisticamente completo, basti vedere anche le grandi uscite dei The National o di Thom Yorke, tutte nell’ultimo anno.

4. L’identità  profetica di Kanye. Il rapporto tra Dio e Kanye West è un dialogo che si costruisce passo dopo passo, il punto più chiaro probabilmente è rintracciabile in “The Life Of Pablo”, in tracce come “Father Stretch My Hands” c’è già  la carica, la miccia del gospel. Il senso profondo e biblico è nascosto in versetti dei salmi come: “Preservami come la pupilla dell’occhio, nascondimi all’ombra delle tue ali“. Bella la storia della sigla “AR 1331 A” sul fronte del vinile, il codice infatti era il press code del singolo del Detroit Gospel.

5. Chi attacca il disco dando spazio solo alle provocazioni di Kanye, come ad esempio “Sono l’artista più grande di tutti i tempi”, dimostra quanto Kanye sia capace di essere giganteggiante da un punto di vista carismatico. Il suo “Osanna eh” lungo 27 minuti è riconoscibile e incisivo e anche se ci sono forse troppi virtuosismi vocali in brani come “Use This Gospel” o nel brano di apertura con il Sunday Service Choir, tutto è compensato da una ricerca spirituale che, pur essendo una soap-opera mediatica, è sincera, profonda.

EXTRA: A Natale un nuovo capitolo di questa saga cristica si aggiungerà  e forse il senso di questo Jesus Is King sarà  più chiaro e il puzzle finalmente completo.