Intervenuta come ospite nel podcast del batterista Joe Wong Janet Weiss ha per la prima volta commentato la sua fuoriuscita dalle Sleater-Kinney.

Tutto sembra essere cambiato con l’ultimo disco, “The Center Won’t Hold” (leggi la recensione), prodotto da St Vincent:
I ruoli sono cambiati e mi è stato detto che il mio ruolo non sarebbe stato più lo stesso. ha commentato la Weiss.

Ho risposto ‘Ora sono quindi solo una batterista’… mi hanno detto ‘sì’ e io ancora ‘Sono ancora un elemento creativo, come gli altri, per questa band?’… e mi hanno detto ‘no’… per questo motivo ho lasciato.

Era troppo così. Non suonerò mai più con due persone in queste condizioni. Sono uniche, incredibili, musiciste istintive. E’ dura abbandonarle. Sono le mie sorelle, la mia famiglia. Ma non posso stare in una band e non sentirmi uguale agli altri membri, soprattutto se questo conta così tanto per me…come possiamo combattere per uguaglianza e non applicarla all’interno del nostro gruppo?

Weiss ha inoltre parlato più specificatamente del rapporto con le sue ex-colleghe Carrie Brownstein e Corin Tucker
Non sono persone cattive…penso solo che siano molto connesse e d’accordo praticamente su tutto.
Devono aver pensato ‘Portiamo la band da qualche parte e vogliamo essere protagoniste…noi due’. Penso di essere stata vista come una minaccia per dove volessero arrivare… e questo mi ha fatto sentire male.

e ancora:
Avevano idee molto specifiche su ciò che volevano, a me non andava più bene. è stato davvero difficile, non è stato qualcosa che ho preso alla leggera … Ma le adoro e sembrano felici. Stanno facendo le cose che volevano fare. Non dobbiamo essere noi tre; potrebbe essere questa cosa pura con loro due.

Infine un commento sul perchè la Weiss non ha seguito la band nel recente tour:
Il nuovo disco è stato realizzato senza di me e sarebbe stato difficile salire su un palco ed eseguire quelle canzoni come fossero mie…

Ascolta l’intera intervista qui.

Credit Foto: Amy Hope Dermont from Providence, RI, USA [CC BY 2.0], via Wikimedia Commons