Passa anche da Milano il tour di Fka Twigs in giro per presentare il suo secondo lavoro sulla lunga distanza, “Magdalene”, questo il titolo, già  prepotentemente candidato ad essere uno dei dischi dell’anno. Un album bellissimo, lungimirante e futuristico ma ben ancorato al presente, qui per rimanere e fare scuola; non c’è dubbio che tutto il progetto della cantautrice inglese sia una sorta di guida moderna su come vada interpretato il pop oggi, alle porte del 2020. Circondata da produttori di grande fama e bravura, da Nicolas Jaar a Skrillex, passando per Benny Bianco, è riuscita a tirar fuori dal cilindro il disco giusto al momento giusto e ben vengano quindi copertine di magazine e lodi per un artista, al di la dei gusti che ognuno di noi possa avere, importante per questa generazione. La curiosità  di assistere al suo live quindi è tanta.

Annunciato un set di un’ora e mezza precisa, si presenta alle 22.00 spaccate sul palco di una Fabrique pienissimo di gente di tutte le età ; coerente con la proposta di fondo, per la prima parte senza musicisti, da metà  concerto in poi 3 polistrumentisti che si integrano con le stesse basi elaborate in studio riprodotte sul palco, puntando molto sull’estetica e sulla bravura della stessa FKA di reinterpretare i brani sia dell’ultima fatica, ma anche andando a ritroso quindi pescando da “LP1” del 2014 e dai 3 EP disseminati in questi 5 anni.

Lo show è impeccabile, ma non avevo dubbi, lei un personaggio fuori categoria, sia per fisionomia, sia per l’accurata scelta del look, coreografia semplice ed efficate, un piccolo corpo di ballo a supportarla, luci, cambi d’abito e tanti piccoli dettagli che rendono unico lo spettacolo, a metà  strada tra un concerto e un’opera teatrale moderna. Dal punto di vista musicale chiaramente non essendo praticamente un live suonato, siamo di fronte a qualcosa di molto simile al disco, con le basi il margine di variazione è benchè minimo, visto il genere e l’approccio di matrice hip-hop credo sia la scelta giusta, magari in futuro farà  un set totalmente orchestrale, non si può dire, per ora va bene così.

Come detto sopra, in scaletta parecchi episodi tratti da “Magdalene”, ma anche pezzi qua e la, penso a “Water me” in apertura o “Video Girl”, per non dire “Lights on” in versione intermission, di fatto da sottofondo mentre FKA si arrampica su un palo in versione lap dancer o l’immancabile cover di “Fuck Sleep” di ASAP Rocky, chiude una crepuscolare e malinconica “Cellophane” che risalta ancora di più le doti canore di un’artista aliena: non la si scopre certo ora, ma da qualche anno è nata una stellissima.

PS: mia prima esperienza anche con la piattaforma DICE per la gestione dei biglietti, tutto gestito sul cellulare. Che dire? Nessun problema, liscio come l’olio. Molto bene.