I Perturbazione sono tornati dopo un silenzio discografico di tre anni con “Le spalle nell’abbraccio”, singolo che sembra riportare il gruppo piemontese sulla scia di un sound dolce e malinconico al tempo stesso, quello che in pratica è stato il loro marchio di fabbrica, prima di qualche concessione a un pop più venato di elettronica.
Innegabile che la sbornia sanremese avesse in qualche modo condizionato (magari inconsciamente) il loro modus operandi, visto il clamoroso exploit de “L’unica” e il suo accattivante mood. Dopo la dipartita del chitarrista Gigi Giancursi e della violoncellista Elena Diana, elementi chiave anche in fase di arrangiamenti per quella che era percepita quasi più come una famiglia che una semplice band di musicisti, alcuni fans hanno storto il naso e hanno faticato a seguire l’evolversi dei Nostri. Però come detto il nuovo singolo promette bene, e poi stiamo sempre parlando di un gruppo che ha saputo elevare il concetto di “canzone pop” italiana, partendo da una dimensione realmente indie, non come quello che ora va tanto per la maggiore. Insomma, i ragazzi ci mancavano!
Tommaso Cerasuolo, Rossano e Cristiano Lo Mele, Alex Baracco: mancava la vostra stralunata, disinvolta, credibile vena poetica delle piccole cose, ci mancava la vostra classe.
E quindi in attesa di altro nuovo materiale, colgo l’occasione per proporvi la mia top 10 brani dei Perturbazione.

10 ““ SE MI SCRIVI

2005, da “Canzoni allo specchio”

Una delle canzoni più orecchiabili e melodiche di tutta la loro carriera, il tema è quello ormai sdoganato dell’amore ai tempi degli sms, ma qui in fondo non esisteva ancora whatsapp e i Perturbazione furono in qualche modo anticipatori di un nuovo modo di vivere le fasi di una relazione, il tutto però in chiave ironica. Imperdibili gli interventi nel simpatico video di Carlo Lucarelli e Marina Massironi.

9 ““ I BACI VIETATI

2013, da “Musica X”

Interessante e riuscito duetto con Luca Carboni, in una canzone generazionale, in cui il protagonista inizia a porsi delle domande sul futuro ma soprattutto   riflette sul suo essere diventato uomo. E ci si chiede anche se ci comporteremo come i nostri padri quando saremo noi diventati dei genitori, in una sorta di pregevole staffetta di emozioni.

8 ““ GIUGNO, DOV’ERI?

2007, da “Pianissimo fortissimo”

Struggente nella sua semplicità , con versi incisivi ma evocativi, non lontani dal mondo poetico. Sublime poi la coda bandistica, da pelle d’oca.

7 ““ UNA FESTA A SORPRESA

2016, da “Le storie che ci raccontiamo”

Rispetto a “Musica X”, che lo precede e che segnò per una parte di fans un primo distacco dal gruppo, forse disorientati dalla relativa svolta pimpante ed elettronica, e dal tentativo di un linguaggio nuovo anche a livello di tematiche, questo album recupera invece una dimensione più sincera e autentica. Qui è tutto perfetto, tra ricordi e speranze, e una musica che avvolge, con quello splendido arrangiamento di fiati.

6 ““ IL SENSO DELLA VITE

2002, da “In circolo”

La band si apre definitivamente alla lingua italiana, dopo il felice esperimento dell’Ep precedente “36” e mostra di saperla padroneggiare nel migliore dei modi, senza perdere la sua peculiarità  stilistica. Questo frizzante singolo, che contribuirà  notevolmente ad aumentare il culto dei piemontesi nel resto della Penisola, diventa paradigmatico del gruppo, per il tema esistenzialista e il giusto mix tra citazionismo, ironia e giochi di parole.

 

5 ““ BUONGIORNO BUONAFORTUNA

2010, da “Del nostro tempo rubato”

L’ispirazione volava altissima in questo periodo per i Perturbazione, seppur in parte scottati dall’esperienza major dell’album precedente, pregevole dal punto di vista artistico ma deludente sul piano delle vendite. I Nostri ripartono dal mondo indipendente, probabilmente più affine alle proprie corde e inanellano un album doppio cui seguirà  un tour fortunatissimo che darà  il là  a una nuova fase di crescita artistica e di grandi soddisfazioni. Questo brano, poi, cantato con Dente, diventerà  sorta di manifesto programmatico per Tommaso e soci.

4 ““ BATTITI PER MINUTO

2007, da “Pianissimo fortissimo”

Quando uscì questo singolo, il primo per una major, ne fui letteralmente conquistato. Mi colpiva l’arrangiamento folk, acustico, fresco e coinvolgente. Anche il video che lo correda è particolarmente riuscito. Tutto l’album, in questa lista rappresentato con 2 brani, era molto interessante, ottimamente prodotto e suonato. In un mondo più giusto, i Perturbazione sarebbero dovuti diventare dei big già  allora, invece con la Emi sorsero dei conflitti in merito a questioni artistiche e il gruppo si ritrovò a dover ripartire dal basso.

3 ““ DIECI ANNI DOPO

2005, da “Canzoni allo specchio”

Il brano apre magnificamente questo bellissimo disco, prodotto insieme a Paolo Benvegnù, dove i Nostri accentuano la vena pop, non tradendo l’influenza di band come Smiths e (soprattutto) Belle and Sebastian, con quei suoi suoni puliti e cristallini. Il tempo scorre e ci passa davanti senza che ce ne accorgiamo, e non sempre ci concede una seconda chance. Una musica malinconica impreziosita da un commovente violoncello non ci opprime in nessun modo e conferisce profondità  al tutto.

2 ““ DEL NOSTRO TEMPO RUBATO

2010, da “Del nostro tempo rubato”

Uno dei testi migliori scritti dal gruppo, in cui si mescolano sapientemente la componente sociale e quella individuale, fino a che le due istanze non si sovrappongono. Sullo sfondo l’idea di un sogno di una vita migliore ancora da poter rimettere in carreggiata ma con la consapevolezza che la realtà  ti costringe talvolta a non levare i piedi da terra e volare alto. E’ tutto perfetto: l’interpretazione, l’arrangiamento, i tocchi gentili alla chitarra, il crescendo musicale, con le nostre emozioni che viaggiano di pari passo.

1 ““ AGOSTO

2002, da “In circolo”

La canzone che per prima fece accendere le luci sulle indubbie qualità  della band: in effetti era davvero impossibile rimanere indifferenti dinnanzi a tanta grazia, tanta bellezza. Il testo è da imparare a memoria e non solo per quell’introduzione da brividi (Agosto è il mese più freddo dell’anno è una metafora potentissima) o per un ritornello che ti inchioda (Se non è vero che hai paura/Non è vero che ti senti solo/Non è vero che fa freddo/Allora perchè tremi?): qui il lirismo del gruppo raggiunse le sue vette. Per non dire dello splendido videoclip animato, che pur non seguendo in modo didascalico il testo, riesce a coniugare con delicate immagini le emozioni evocate da quelle intense parole. Sì, una via al pop italiano fatto come si deve era possibile!

BONUS TRACK#1 ““ VIOLET

1998, da “Waiting to Happen”

E’ in pratica il primissimo brano composto dai ragazzi di Rivoli, all’epoca ancora liceali e con una storia tutta da scrivere. Le premesse, bisogna ammetterlo, erano ottime, in questa lunga sinfonia che sembra portarci ai R.E.M. cantati però in stile grunge. E come non rimanere colpiti dagli interventi dei due ospiti d’eccezione: gli ex Franti Stefano Giaccone col suo inconfondibile sax e un’ispiratissima Lalli a far da contraltare al cantato di Tommaso? Davvero sublimi. E’ certamente una versione primordiale, diversa, rispetto ai Perturbazione che impareremo a conoscere e ad apprezzare da lì a qualche anno, ma già  estremamente affascinante.

BONUS TRACK#2 ““ L’UNICA

2014, da “Musica X” (nuova edizione con l’aggiunta dei brani in gara al Festival di Sanremo)

Il pezzo della discordia, forse il casus belli che portò a una divergenza di vedute tra i componenti del gruppo in merito alla strada più giusta da intraprendere, o forse no, e tutti erano ben concordi nel puntare su questa canzone, invero adattissima alle alte rotazioni radiofoniche. D’altronde quando a Sanremo 2014 portarono due canzoni (molto differenti, sia per testo che per musica), quella destinata a proseguire, fino a issarsi al sesto posto della classifica finale, anzichè la classica “L’Italia vista dal bar”, fu proprio la più vivace “L’unica”. Il testo è giocoso, furbetto in modo consapevole, dice le cose in maniera elegante e la musica è ballabile: la possiamo definire un po’ la  “Girls & Boys” dei Perturbazione. Nella loro carriera, è lampante, c’è stato un “pre-L’unica” e “post-L’unica”. Non è facile scrollarsi di dosso questo grande successo, come non sarà  facile bissarlo: quando una band di nicchia svolta grazie a un episodio dall’innegabile appeal melodico, c’è il rischio che si finisca per esserne identificati. I Perturbazione però, pur avendo dimostrato di poter competere con gli artisti mainstream, hanno una connotazione che va ricercata altrove, una storia solida che parte da lontano e rappresentano un culto in grado ancora di rinnovarsi. La sfida sarà  quella di potersi rilanciare in quel che resta di un mercato sempre più assuefatto da prodotti usa e getta, cercando un corretto equilibrio tra la loro anima più classica e quella più sperimentale.