#10) OLD FASHIONED LOVER BOY
Bright
[A Modest Proposal Records / Malinka Sound]
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Battiamo forte le mani ad Alessandro Panzeri, in arte Old Fashioned Lover Boy, per non aver avuto paura di coltivare e far germogliare quei semi che aveva giù piantato nel suo album precedente. L’attenzione e l’amore con cui si è dedicato a queste nuove canzoni traspare evidente e ci conquista ascolto dopo ascolto.

#9) WY
Softie
[Autoproduzione]
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Strutture melodiche ben congegnate, la voce di Ebba, sempre più versatile, una produzione che si fa più professionale. Se volevano sorprenderci, beh, lo hanno fatto!

#8) SAMBASSADEUR
Survival
[European Records]
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Il potere di una canzone è immenso e i Sambassadeur è come se avessero iscritto nel loro DNA cosa vuol dire realizzare una canzone pop.

#7) COPELAND
Blushing
[Tooth & Nail]
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Dai National, ai Radiohead, a Bon Iver, passando anche per il miglior How To Dress Well, se amate e apprezzate il lavoro di questi artisti, vi prego, non abbiate paura ad accostarvi ai Copeland di “Blushing”, credo che mai come questa volta ne sarete rapiti

#6) THE DIVINE COMEDY
Office Politics
[Divine Comedy Records]
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Un gran bel disco, provocatorio e eclettico. Non ha paura di mettersi in gioco il buon Neil e vince una partita tutt’altro che scontata. Genio. Punto e basta.

#5) BLANKENBERGE
More
[Autoproduzione]
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Come dice il maestro Manfredi Lamartina, questo disco segna il punto di non ritorno, segna la nuova era in cui i paragoni si possono fare anche con le nuove band shoegaze e non più solo con i mostri sacri del passato. Ha perfettamente ragione. Un disco che diventa pietra miliare. Un disco che E’ UNA PIETRA MILIARE.

#4) FOR TRACY HYDE
New Young City
[P-Vine Records]
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Il gruppo di Tokio arriva alla perfezione guitar-pop assoluta con questo terzo album che lavora forte sulle chitarre e sulla melodia, abbandonando un po’ le aperture elettroniche del precedente (e comunque ottimo) album. Il clima si fa più solare e meno oscuro, i raggi di sole passano forti e abbondanti dalle nuvole, riscaldando i nostri cuoricini pop.

#3) SAM FENDER
Hypersonic Missiles
[Polydor Records]
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I suoi riferimenti sono chiari e lampanti: gli anni ’80 sferraglianti a stelle e strisce, lo Springsteen più epico, un tocco di Tom Petty ma anche la varietà  di un gruppo moderno come War On Drugs. Paragoni importanti, certo, ma Sam ha le spalle larghe e un songwriting capace di sostenere il tutto, sia che si lanci in cavalcate trascinanti sia che si faccia più notturno e crepuscolare.


#2) SIGRID
Sucker Punch
[Island]
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La scrittura, sempre esaltante e variegata, ammantata da un magnifico candore pop, la sua voce cangiante e disinvolta (che sale, scende, si arrampica e poi sa anche planare con dolcezza inaudita) e l’onestà  assoluta della proposta, fanno la differenza.

#1) CHARLY BLISS
Youngh Enough
[Lucky Number]
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Produzione che diventa maggiormente limpida e gli anni ’90 di Weezer e Veruca Salt si fanno più lontani. Verrebbe quasi da dire che la band si è spostata verso un pop/rock anni ’80, con uso maggiore di synth che puntellano il sound rispetto a chitarre sporche e power-pop. Un disco travolgente a dire poco.