The Cavemen sono inarrestabili: il loro EP, “Lowlife”, era uscito solamente a febbraio, ma ieri è già  arrivato un nuovo album, realizzato dalla sempre prestigiosa etichetta del Nevada Slovenly Recordings.

Tredici brani per appena ventisei minuti per questi neozelandesi che abbiamo visto a ottobre qui in Italia, ma questo, ormai lo abbiamo capito da tempo, sembra essere il loro stile.

Questi uomini delle caverne non saranno certo raffinati, ma il loro mestiere lo sanno fare più che bene e allora ci sembra giusto che la follia dei loro live-show si possa recuperare anche su questo nuovo disco, che presenta nuove canzoni della lunghezza che si aggira sempre intorno ai due minuti.

Partiamo per questo breve, ma intensissimo viaggio e “Snakeskin” ci porta dentro a questo pazzo mondo dei neozelandesi con vorticose chitarre che raggiungono velocità  impressionanti, mentre il frontman Paul Cavemen riesce a far uscire tutta l’energia immaginabile dalla sua voce.

Impossibile resistere alle fantastiche melodie e ai cori catchy della successiva “Boyfriend”, ma The Cavemen ci sorprendono con il recente singolo superlo-fi “Don’t Know Why”, una delle loro poche canzoni del disco ad avere un carattere riflessivo e molto meno aggressivo rispetto alle loro abitudini, ma comunque bella ed efficace.

E mentre la title-track “Night After Night” si muove su territori punk, ma sa cambiare il ritmo più volte nei suoi due minuti e quarantacinque (deliziosi i suoi coretti), il singolo “Knife Fight” torna alla follia garage-punk di poco prima: rumoroso, cattivo e rovente, non si dimentica comunque delle chitarre e dei cori appiccicosi.

Particolare la chiusura con “Death Will Never Change”, che, dietro al fuzz delle sei corde, ci fa trovare influenze desert-rock dal sapore cinematico: davvero gustosa.

Come dicevamo in apertura, tutto molto veloce con tanta energia rinchiusa in appena ventisei minuti, ma anche qualche attimo più calmo e qualche spunto intelligente e, sotto certi punti di vista, anche inaspettato: il party rock n’ roll di questi folli neozelandesi prosegue senza intoppi e siamo tutti invitati. Come on!