Giunge al suo epilogo questa interessante serie tedesca sulle mafie mediorientali che operano a Berlino (in particolare quella libanese).
Salvo i soliti problemi in sede di sceneggiatura, delle volte un po’ ingenua, questa terza stagione è probabilmente la migliore dell’intera serie. Numerose pietre tombali vengono poste sulla famiglia Hamadi in un turbine di morti che simboleggia l’irreversibilità  del male, l’impossibilità  di una vita d’uscita, anche quando l’hai inseguita per tre stagioni come nel caso del boss “buono” Toni.

Incredibili sono al solito le interpretazioni, tutte molto credibili e quasi sempre affidate a rapper o trapper della scena Berlinese come Veysel o Massiv.
Fa molto piacere anche vedere numerose scene a-là  Gomorra, come quelle in cui vengono mostrate la filiera del contrabbando della cocaina o come funziona il racket delle slot-machine, segno che la serie nostrana ha segnato davvero un prima e un dopo in questo genere di rappresentazioni.