Dopo quattro anni di silenzio, nel febbraio del 2000, i Cure annunciavano il “loro ultimo lavoro” dal titolo “Bloodflower”, nonchè il loro undicesimo album in studio. Un periodo un po’ complicato per Robert Smith, leader del gruppo, per niente soddisfatto delle vendite del disco precedente, in piena fase di rottura con l’etichetta di sempre e rammaricato per i sogni da solista che prendevano sempre più spazio nella sua testa.

Per Robert chiudere il gruppo con l’album precedente, “Wild Mood Swing”, non sarebbe stato soddisfacente. Per questo è nato “Bloodflowers”, un disco soft, acustico, un disco che insieme a “Pornography” e “Disintegration” costituirà  la tanto amata”trilogia dark” della band.

L’atmosfera decadente, ma non dark, il cantato pieno di malinconia e testi che fanno riferimento all’invecchiamento e all’abbandono, per tutte queste ragioni “Bloodflowers” conquista il pubblico che lo ritiene un proseguimento dei vecchi, più apprezzati, album del gruppo inglese. Nove tracce, per niente brevi, “Maybe Someday” è l’unica che inganna un po; in questo disco nascono anche nuovi insostituibili classici, “Out of This World”, “Maybe Someday” e “The Loudest Sound”.

Certo le mode passano e i fan più recenti non presero benissimo questa scelta, ma la verità  è che lo stile del gruppo è riemerso dalle ceneri proprio in questo disco. è come se ad un certo punto Robert Smith avesse avuto nuovamente qualcosa da dire e raccontare. Un polistrumentista che non si è mai tirato indietro nel raccontare i suoi turbamenti emotivi esistenziali, ed è forse anche per questo che lo amiamo. La capacità  compositiva del leader e le atmosfere lo hanno fatto brillare, anche se si trattava di un disco d’addio.

So the fire is almost out and there’s nothing left to burn“…”

L’album è stato candidato al premio “Best Alternative Album” ai Grammy Awards del 2001, il premio è però andato a “Kid A” dei Radiohead.

Pubblicazione:   15 Febbraio 2000
Genere:  Rock gotico/alternativo
Lunghezza:  58:07
Label:  Fiction Records
Producer:  Robert Smith, Paul Corkett

  • Out of This World
  • Watching Me Fall
  • Where the Birds Always Sing
  • Maybe Someday
  • The Last Day of Summer
  • There Is No If…
  • The Loudest Sound
  • 39
  • Bloodflowers