Sono quattro gli album dei Lanterns On The Lake (tutti usciti per Bella Union) e sono anche più di quattro gli anni passati dall’uscita del loro precedente, il bellissimo “Beings”.

Come ci fa sapere la press-release, la frontwoman Hazel Wilde ha lavorato in isolamento sui nuovi brani, prima che la band li perfezionasse, mentre le registrazioni, durate appena tre settimane, per la prima volta non sono avvenute nella loro città  natale, bensì ai Moving Distant Studios nello Yorkshire, dove si sono fatti aiutare da Joss Worthington (The Membranes, Peter Coe).

A livello tematico “Spook The Herd” riflette le tensioni politiche attuali e le conseguenze (purtroppo negative) che esse portano sulle nostre vite, mentre per quanto riguarda le sonorità  i Lanterns On The Lake riescono a costruire anche in questo caso una serie di canzoni solide, leggere, sognanti, supportate perfettamente dalla sempre splendida voce della Wilde.

E se vogliamo parlare di cose belle basta premere il tasto play e “When It All Comes True”, il primo assaggio di questo disco, inizia a darci subito soddisfazioni: i vocals emotivi di Hazel non sono da sottovalutare, così come gli ottimi arrangiamenti e il drumming potente, ma pur sempre in sottofondo. L’atmosfera che si viene a creare mette subito la pelle d’oca, ma forse è una cosa ormai fin troppo naturale, quando ascoltiamo un disco del gruppo di Newcastle. Delizioso anche quel tocco, quasi impercettibile, di piano nel finale che impreziosisce maggiormente il brano, se mai ce ne fosse stato bisogno.

Piuttosto adrenalinico ““ quantomeno per le abitudini dei Lanterns On The Lake ““ il singolo “Baddies”, mentre in “Blue Screen Beams” non possiamo fare a meno di notare l’ottimo apporto del batterista Oliver Ketteringham, che aggiunge energia al brano con il suo drumming, a tratti quasi militaresco, mentre la voce gentile della Wilde continua a creare poesia.

E’ poi “Secret & Medicine” a farci venire altri brividi: i vocals di Hazel qui sono accompagnati da una strumentazione minimale composta solamente da piano e chitarra leggeri e dai colori tenui.

“A Fitting End”, infine, chiude il disco nella totale emozione grazie alla voce angelica di Hazel, ma anche a una strumentazione che le sa dare il giusto supporto ed è capace di valorizzarla all’interno dei paesaggi sonori creati.

Come al solito i Lanterns On The Lake hanno giocato sui sentimenti, toccando argomenti attuali con la sincerità  del songwriting della Wilde: il cuore ancora una volta ha dovuto cedere davanti a un album così solido, valido e toccante.

Photo Credit: Ian West