Inizia con un urlo selvaggio “Fungus II” creatura nata dalle menti rumorose di due cattivi soggetti come il sempre più prolifico Ty Segall e Brian Chippendale dei Lightning Bolt. Trentuno minuti di ruvido, vibrante, gloriosamente assillante garage rock dai volumi altissimi lodato anche da Henry Rollins.

Segall maltratta la chitarra e il basso, Chippendale si siede alla batteria e insieme creano energia da secondo Big Bang. Incontri di questo tipo possono facilmente diventare scontri a suon di ego ma i due hanno tutto l’interesse a collaborare, passando con agilità  da attacchi al fulmicotone con voci sovrapposte che fanno a gara per sovrastarsi (“All Is Lost”) a cantilene ipnotiche (“Zeppelin 5”) a ritmi che confinano col metal più spettinato, distorto (“Double The Dream”, “Four Strangers Enter The Cement At Dusk “) minaccioso e col growl incorporato (“Fist Is My Ward”).

Nessuna regola, nessun limite e la sana voglia di fare quel che vogliono, tra riff che si avvitano su se stessi (“Harsho”) e la stranezza di un momento tra l’acustico e l’elettrico (“The Purple One”) che li fa somigliare ai Violent Femmes. Animo psichedelico (ben evidente in “Eagle Slaughters Graduation”) colori fluo, note sudatissime che mordono e scalciano. Nulla di troppo nuovo in ambito garage metal ma un gran bel sentire per orecchie appassionate.