Milano blindata, come anche il resto d’Italia, e questo è assodato oramai. Il fatto di non dover uscire non è un effettivo problema per me, anzi, mi permette di prendere più tempo per me stesso ed anche per la musica. Oggi vado a parlare di un album onirico, uno di quelli che permette di perdersi nei meandri della propria abitazione.
Parlo dei Huge Molasses Tank Explodes, band proprio della città  milanese, che genera un misto di shoegaze e “cose soniche” (termini estremamente tecnici, ahahah, ma fidatevi). Avevo già  sentito l’album precedente, non mi era dispiaciuto affatto,   ma devo dire che con “II” continuano su una positiva strada di miglioramento.

I ragazzi riprendono i suoni e le tendenze dei Kikagaku Moyo e degli Acid Mother Templeed, ma anche di tutta quella scena giapponese psych con una punta di aggiunta garage alla Slift, il che rende il tutto gradevole perchè fatto con naturalezza e con quella cognizione di causa che permette di vedere anche discreta personalità . Pezzi come “Unpainted Sky” oppure “The Run” sono confezionati con gusto, non c’è che dire. Ottima anche “So Much To Lose”, in odor quasi di post punk, teso e nervoso al punto giusto. Gli Huge sono capaci di climax psichedelici e di viaggi spaziali, così come di generare ritmiche kraut che si associano a una voce che sa essere tanto declamatoria quanto melliflua. Il minutaggio dei brani non così lungo da annoiare, in modo che la band non si perda in suite fin troppo sfibranti, ma è capace di andre dritta al punto.

Però ci sono dei “ma”, lo sapete che io sono pignolo. Non mi sembra esserci, non ancora per il momento, un’ effettiva evoluzione e  conseguente distacco stilistico dalla miriade di gruppi dell’ambito, bravi, molto bravi, ma spesso simili. Non parlo, mi ripeto, di un disco brutto e ho già  specificato che i nostri hanno una personalità  che sa emergere, ma, a tratti, il “già  sentito” si fa strada.

Se questa volta abbiamo in mano un full, nella prossima puntata mi aspetto la scala reale: conto su di voi!

Photo: Eugenio Intini