Ariete è forse la scoperta più dolce di questa quarantena infernale: la giovane cantautrice sembra aver preso per le corna il toro dell’isolamento e averne fatto un monumento alla creatività , sfoderando colpi bassi al ventre del mercato nazionale e rimescolando le carte in gioco per chi, seduto al tavolo del nuovo mainstream, credeva che l’itpop avesse ormai esaurito e perso tutte le sue fishes in continui all-in spesso fin troppo azzardati.

A pochi giorni di distanza da “Amianto”, Ariete dimostra a tutte le parti in causa – e in primis a noi, spettatori di questa partita di poker che si stava facendo particolarmente noiosa – di non essere un bluff, anzi: ottima capacità  di incastro poetico su metriche interessanti, figlie dell’adozione del pop da parte di una certa scena rap romana da sempre attenta alla parola e al suo corpo sonoro. Non è infatti un caso che “Riposa In Pace“, il suo ultimo singolo per Bomba Dischi, veda la partecipazione di Drast, enfant prodige degli Psicologi: il risultato è una ballad quadrata con buonissime immagini poetiche, felice sintomo di un’identità  di scrittura forte.

Una piccola, nuova Notre-Dame ricostruita tra le macerie di un’Italia che va in fiamme, mentre il miracolo della musica sembra poter preservare dal rogo la qualità  di un’architettura artistica che, per quanto giovane e appena allestita, sembra fondarsi su strutture solide, e ben salde.