Pur viaggiando verso la sessantina, Trent Reznor non vuol sentir parlare di pensione. Da qualche anno a questa parte si è scoperto instancabile stacanovista: tra gli album con i Nine Inch Nails e le colonne sonore composte assieme al fido collaboratore Atticus Ross, ha sempre le mani in pasta in qualche progetto interessante.

In passato non era così: tra il 1989 e il 1999, ovvero nel decennio d’oro della band di cui è titolare unico, diede alle stampe appena tre full length. “Pretty Hate Machine”, “The Downward Spiral” e “The Fragile” sono divisi l’un dall’altro da due lustri di pausa. Periodi di inattività  indubbiamente lunghi, ma trascorsi mettendo a frutto una creatività  prodigiosa, in grado di trascinare l’industrial rock ai vertici delle classifiche mondiali. Poi, quasi in maniera improvvisa, con il nuovo millennio arrivò l’oblio: Reznor si lasciò risucchiare dalle proprie dipendenze e cadde vittima di un terribile blocco dello scrittore. Ne uscì fuori solo nel 2005, con il fresco quindicenne “With Teeth”.

Pur non essendo all’altezza dei suoi inarrivabili predecessori, questo album rappresenta ancora oggi una pagina rilevante nella storia dei Nine Inch Nails. Il fatto che al suo interno vi siano alcuni tra i singoli di maggior successo mai realizzati da Trent Reznor è emblematico: si tratta di un disco dalla smaccata componente pop. A molti potrebbe sembrare una bestemmia, lo so; ma come spiegare altrimenti i ficcantissimi ritornelli di “Every Day Is Exactly The Same” e “Only”? Per non parlare poi dei riffoni ultra-catchy che contraddistinguono “The Hand That Feeds”, “The Collector” e “Getting Smaller”, simboli di un’inattesa svolta simil-hard rock segnata dalla presenza alla batteria di un Dave Grohl tirato a lucido.

Raramente, soprattutto nella prima fase di carriera, l’approccio dei Nine Inch Nails all’industrial è stato complesso e anti-melodico. Una caratteristica che, oltre a distinguerli da tanti loro illustri colleghi, è da considerarsi fondamentale se si vuole comprendere l’incredibile fama di un gruppo che, almeno formalmente, dovremmo inserire in un calderone di artisti assai più impegnativi.

Con questo voglio dire che, quando si ascolta “With Teeth”, è impossibile cogliere le influenze di Coil, Test Dept., Cabaret Voltaire o Throbbing Gristle: qui di industrial c’è ben poco, a parte le atmosfere oscure e sintetiche di “Love Is Not Enough”, “The Line Begins To Blur” e dell’ottima title track, brano criminalmente dimenticato dai più. Il resto è essenzialmente rock elettronico di pregevole fattura, in splendido equilibrio tra le care vecchie chitarre e quegli strumenti analogici dal gusto vintage che, proprio a partire da questo lavoro, sarebbero diventati un marchio di fabbrica per Trent Reznor e i Nine Inch Nails.

Nine Inch Nails ““ “With Teeth”
Data di pubblicazione: 3 maggio 2005
Tracce: 13
Lunghezza: 56:05
Etichetta: Nothing/Interscope
Produttori: Trent Reznor, Alan Moulder

Tracklist:
1. All The Love In The World
2. You Know What You Are?
3. The Collector
4. The Hand That Feeds
5. Love Is Not Enough
6. Every Day Is Exactly The Same
7. With Teeth
8. Only
9. Getting Smaller
10. Sunspots
11. The Line Begins To Blur
12. Beside You In Time
13. Right Where It Belongs