Melbourne, Australia. Se volessimo trasferirci nella terra dei canguri, Melbourne è la città  che fa al caso nostro: “capitale culturale dell’Australia”, nominata dall’UNESCO   dopo Edimburgo “Città  Letteraria”, e per sette anni consecutivi “città  più vivibile al mondo” secondo la speciale classifica stilata da The Economist”. Xanthe Waite (chitarra), Violetta Del Conte-Race (chitarra), Suzanne Walker (batteria) e Amy Hill (basso) in questa città  ci sono nate e sono già  al secondo album che, come il debut, ha come titolo una bellissima parola italiana: “Sogni”.

“Sogni”, “Amci” (il loro primo album), l’introduzione in un buon italiano “questa automobile potrebbe essere una macchina seria” del video di “Machine” ci fa pensare che Violetta abbia un certo carisma all’interno della band che con la bassista Amy Hill ha trovato una conformazione più tradizionale.

Il primo album infatti non aveva un basso ma questa mancanza a quattro corde non aveva di certo incattivito la critica, anzi, la freschezza e la semplicità  dei brani hanno convinto i più: il 7.5 dato da Pitchfork è come per un gregario vincere una tappa al Tour de France, puoi anche appendere la bici al muro e avere qualcosa da raccontare ai nipotini. Invece le Primo! sembra ci abbiano trovato gusto e con “Sogni” ci propongono dodici   brani in meno di mezz’ora che si muovono su riff di chitarra molto elementari con le voci alternate delle ragazze in un clima gioioso e spensierato.

“Machine” è senza dubbio il pezzo forte dell’album, “1000 words” è una  filastrocca da cartone animato cecoslovacco degli anni ’70 con un il finale isterico, “perfect paper” s’inerpica su semplici accordi di chitarra che trovano   il modo di diventare canzone. La opener “Things To Do” mette ansia, “Comedy Show” gioca intorno a nove note di tastiera che centrano il bersaglio grosso, “Love Days” è un garage rock cantato ad un bimbo che dorme in una culla di vimini e non deve essere svegliato, la conclusiva “Reverie” è una dolcissima nenia psichedelica da ascoltare quando la festa è finita e rimangono solo le chiazze appiccicose di vino e birra che ti si attaccano alle suole.

Con questo album le Primo! non vincono il Tour de France ma con un atteggiamento molto semplice e garbato hanno composto canzoni che ti costringono ad ascoltarle con prudenza e cautela. Potresti passare oltre, questo è possibile, ma se hai la tranquillità  e la voglia di spenderci del tempo potresti imbatterti in piccoli sogni, che alla fine del giorno, sono le grandi cose che vale la pena di cercare.

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