Sono ormai quattro gli album che Mauro Remiddi ha realizzato con il nome di Porcelain Raft, oltre a numerosi EP e singoli che hanno segnato la carriera e la trasformazione di un musicista che con “Come Rain” raggiunge la piena maturità . Un disco figlio degli strani giorni che il mondo sta vivendo: composto nell’arco degli ultimi due anni in California, dove Remiddi ha vissuto a lungo, è stato completato a Roma dopo un rocambolesco ritorno prima del lockdown.

E’ il piano dell’evocativa “Come Rain” a fare gli onori di casa e la voce di Remiddi diventa presto vulnerabile senza perdere il tocco melodico che la caratterizza. L’arrangiamento di “The Way Things Are” sembra ispirato agli R.E.M. di “Out Of Time” e fa quasi sorridere che la solo apparentemente spensierata e grintosa canzone che segue si chiami proprio così.

Le eleganti trame sonore di “Tall Grass” ricordano invece, ancora una volta, perchè il progetto Porcelain Raft abbia incuriosito e interessato un’etichetta come la Secretly Canadian non troppi anni fa. Lineare e delicata “For A While”, frizzante “The Crow & The Rainbow” che sarebbe piaciuta agli Yuck. “If I Was” torna a proporre atmosfere vicine a quelle della title track, piano che sogna col violoncello di Gaspar Claus in bell’evidenza. “Oglasa” è la sigla finale: inquietante, strumentale, elettronica in un album quasi completamente analogico.

Fragile, intenso e introspettivo “Come Rain” è un “canto della pioggia nel periodo della siccità ” come lo stesso Remiddi l’ha definito. Mezz’ora di musica che esorta a guardarsi dentro, indagando in profondità  le mille strade dell’animo umano. “A new galaxy is born with a blink of the eye, here in traffic tonight” “…

Credit Foto: Shawn Brackbill