I Coldplay che 15 anni fa diedero alle stampe il loro terzo album “X & Y” erano una band in grande ascesa, oltre che obiettivamente in stato di grazia.

Era passato appena un lustro in fondo dalla pubblicazione del loro esordio con lo splendido “Parachutes” ma già  il quartetto, formatosi a Londra quando i componenti erano brillanti studenti universitari, aveva saputo conquistare schiere di fans in tutto il globo, oltre che ottenere il plauso della critica specializzata in maniera piuttosto unanime.

Eppure, proprio quel consenso crescente, confermato e anzi allargatosi all’uscita del secondo album con relativo tour mondiale, aveva messo alle strette il leader Chris Martin e i suoi sodali, il chitarrista Jonny Buckland, il bassista Guy Berryman e il batterista Will Champion. I quattro, travolti dall’ondata di successo, furono nel 2004 davvero sul punto di sciogliersi e alle prese col difficile compito di assemblare del nuovo materiale all’altezza.

Il fatto è che le canzoni seguitavano a sgorgare dalle loro penne e alla fine si corse il rischio di perdere la bussola e il senso stesso di un lavoro che rischiava di mancare, non solo di coesione, ma anche di ispirazione.

A un certo punto i Nostri, con un tacito accordo fra loro e ristabilita la giusta armonia e compattezza, decisero rischiando in prima persona di non ottemperare agli impegni presi con la major, ritardando inevitabilmente l’uscita del disco al fine di realizzare una scaletta equa per varietà  e qualità  dei pezzi. Almeno queste erano le lodevoli intenzioni del gruppo ma col senno di poi furono loro stessi ad ammettere che l’album avrebbe potuto essere migliore, includendo alcuni brani a discapito di altri, o semplicemente assecondando al meglio le proprie istanze. Chiamatele pressioni, fatto sta che quest’anima più sperimentale e libera sarebbe emersa in tutta la sua chiarezza soltanto con l’album successivo, “Viva la vida or Death and All His Friends”, che li consacrò letteralmente sul tetto del mondo.

Come spesso è capitato nella storia del rock, però, un album nato in circostanze non del tutto favorevoli e con la band in primis non pienamente soddisfatta, è riuscito invece a ottenere un clamoroso exploit, colpendo al cuore tantissime persone sin dal primo singolo (la ficcante “Speed of Sound”) e issandosi in cima alle classifiche di ben 32 Paesi. Alla fine, con la terza fatica il gruppo riuscirà  a vendere qualcosa come 10 milioni di copie in un’era in cui, si sa, l’oggetto disco non è più propriamente di moda.

Il perchè di questo risultato è da ascrivere soprattutto all’omogeneità  a lungo cercata e infine trovata che si riscontra dalla prima all’ultima traccia: 12 canzoni di lineare pop rock appena appena bagnato da un’elettronica eighties e caratterizzate da un’indubbia qualità  melodica.

Dall’apertura affidata a “Square One”, con le chitarre pink floydiane di Buckland in primo piano (le stesse che ritroveremo copiose nella spaziale “Talk”, in cui risuona la melodia di un brano dei Kraftwerk) alla soffusa ballata “What If”, passando per la vivace “The Hardest Part” (corredata da un video indimenticabile) e la struggente ed epica “Fix You”, i Coldplay dimostrarono infatti di essersi lasciati completamente alle spalle il periodo buio.

“X & Y” non presenta a conti fatti delle hit memorabili, specie se paragonate a episodi precedenti come “Yellow”, “The Scientist” o “Clocks”, ma va a chiudere idealmente una prima fase importante del loro percorso musicale, dove ancora i toni erano dimessi, se mi concedete il termine, e le atmosfere al più malinconiche e crepuscolari. Da lì a poco tutto sarebbe cambiato ma onestamente mai mi sarei immaginato di vederli all’opera con quella musica disimpegnata, spesso artificiosa e sfarzosa, che ha contraddistinto la seconda parte della loro carriera e che li vede ormai contendere lo scettro del pop ai fenomeni usa e getta.

Sono semplicemente diventati un altro gruppo, evolvendosi seguendo una strada in qualche modo sorprendente e sulla lunga distanza i numeri sono dalla loro parte. Per i nostalgici, invece, è bene rifugiarsi nella trilogia iniziale che ne segnò l’ascesa, dove in fin dei conti questo album non sfigurava affatto.

Coldplay ““ X & Y

Data di pubblicazione: 6 giugno 2005
Tracce:  12 (+ una ghost track)
Lunghezza: 61:59
Etichetta: Parlophone/Capitol
Produttori: Danton Supple, Ken Nelson, Coldplay

Tracklist
1. Square One
2. What If
3. White Shadows
4. Fix You
5. Talk
6. X & Y
7. Speed of Sound
8. A Message
9. Low
10. The Hardest Part
11. Swallowed in the Sea
12. Twisted Logic
13. Til Kingdom Come (bonus track)