Entrati nel circuito mainstream ormai già  da tempo, Matty Healy e soci sono praticamente ovunque, su ogni rivista, su ogni sito specializzato e non, i social travolti di like dei loro tanti followers. Insomma, stanno raccogliendo da ogni parte i fiumi di elogi che scorrono riguardo al loro nuovo lavoro. Questo “Notes On A Conditional Form” si compone di 22 tracce per ben oltre ottanta minuti tra divagazioni – tanto di moda oggi e che seguono la parabola dell’attivista più famosa del globo, Greta Thunberg (ad inizio album)  – e “suoni” che si succedono tra una canzone e l’altra come a fungere da prologo dello skip successivo.

Se non fosse per il seguito dell’opener, una punkeggiante “People” accompagnata dalla straziante voce del trentunenne frontman, ben si potrebbe unire il precedente “A Brief Inquiry into Online Relationships” a questo nuovo “super” full-length così da formare una ricca monografia sonora della band macuniana. E già  perchè la nuova fatica di Matty Healy, Adam Hann, Ross MacDonald e George Daniel non si discosta affatto dalle tipiche sonorità  loro marchio di fabbrica tanto da ritrovare quasi subito nello scorrere del torrente musicale un clone di “TooTimeTooTimeTooTime” in “Frail State of Mind”.

Innegabile la capacità  della band di saper costruire un brano a regola d’arte, tuttavia è proprio questa loro attitudine il loro limite più grande. In “Notes On A Conditional Form” non ci sono brutte canzoni ma tutte, al netto dei pleonastici interludi strumentali, hanno perso oramai l’effetto sorpresa, il “wow” d’ordinanza.

Non a caso, gli episodi migliori dell’album finiscono per essere una delicata ed ispirata ballata “Jesus Christ 2005 God Bless America” con il prezioso featuring di Phoebe Bridgers ed una gospelliana “Nothing Revealed / Everything Denied”, laddove invece i pur buoni “The Birthday Party” e “Tonight (I Wish I Was Your Boy)” nulla di nuovo aggiungono perdendo dunque di smalto e freschezza.

Ad un certo punto dell’ascolto (lungo) si smarriscono per la strada (inevitabilmente) le fila del discorso mentre si incorre nei beat di I Think There’s Something You Should Know oppure nella brutta copia del sound dell’ultimo Noel Gallagher in “Me & You Together Song per non parlare, poi, del verso ruffiano e vintage anni ’80 di “If You’re Too Shy (Let Me Know)” – qui il featuring è di FKA twigs – dove Rick Astley incontra Nick Kamen.

Peccato perchè i ragazzi di Manchester conoscono bene la forma canzone (anche negli spezzoni decisamente passabili come “What Should I Say” o “Roadkill”), ma alla lunga l’uso ripetuto delle voci filtrate (vocoder a go go) di Healy ed elettronica diversificata finiscono paradossalmente per fare risultare l’ascolto complesso pur in presenza di uno spiccato mood catchy.