Quando mossero i primi passi musicali le giovani Corin Tucker e Carrie Brownstein erano già  entrambe pienamente coinvolte in quel movimento passato alla storia come riot grrrl.

Si era agli inizi degli anni ’90 e le due studentesse universitarie, dichiaratamente vicine ai temi della sinistra, sentivano forte dentro di loro quelle pulsioni care alle “ragazze ribelli” emerse fragorosamente in quel periodo (tra cui le Bikini Kill, dichiarata fonte d’ispirazione). Non solo politica ma anche e soprattutto un rivendicare istanze che sentivano nel profondo e che riguardavano argomenti attualissimi al periodo, sulla liberazione sessuale, e più in genere sul femminismo.

Il clima che si respirava nella cittadina di Olympia era assai eccitante, e le nostre furono assolutamente recettive in tal senso, traducendo i segnali di tanto fermento sociale e creativo in primordiali esperienze musicali. La Tucker alla guida delle Heaven to Betsy e la Brownstein attiva con le Excuse 17 si muovevano su coordinate stilistiche diventate paradigma di quel filone, caratterizzato da punk rock furente, liriche asciutte e dirette e tanta consapevolezza.

Mollate le rispettive band le due, nel frattempo legatesi, iniziarono a comporre insieme, entrambe con la vocazione di cantanti e chitarriste. Presero il nome di Sleater-Kenney da una frequentata strada della città  universitaria e formularono in quei primi brani seminali tutto l’armamentario dello loro inclinazioni.

Il debutto omonimo, uscito con l’indie label Chainsaw, contiene già  delle fresche (ma inevitabilmente acerbe) scintille di quelle che sarebbero divenute con gli anni. Le dieci tracce che lo compongono, anticipate da un singolo non inserito nel disco, mostrano la loro passionaccia per il rock ruvido e viscerale; tutte in fila diventano istantanee di gioventù sonica e incazzata, che ti arrivano dritte come un pugno in faccia.

Quasi tutte sotto i tre minuti di durata – fanno eccezione la veemente (e vagamente imparentata con i Joy Division) “The Day I Went Away” e la conclusiva enigmatica “The Last Song” –   mostrano tutte una caratteristica marcata di urgenza comunicativa, a scapito di un apparato musicale ancora invero modesto, nonostante echi di Television e Sonic Youth in lontananza. I ritmi rallentano un minimo solo negli ultimi quattro episodi, ma per affinare il tutto sarebbe occorso ancora di un po’ di tempo.

Rimane tuttavia questo disco un documento fedele delle origini di un gruppo, che saprà  poi diventare porta bandiera del vessillo dell’alternative rock a stelle e strisce. La band infatti, di album in album, sarà  in   grado di ampliare a dismisura le proprie tensioni musicali, incanalando al meglio alcune tematiche, che pur non scostandosi mai da una connotazione socio-politica, si rifugeranno anche in contesti più intimi e personali.

Imperniata sulla coppia Tucker/Bronwstein (complementari e affini), ai tempi del debutto il terzo componente del gruppo era infine stato individuato nella polistrumentista australiana Lora MacFarlane, intercettata dalle due protagoniste durante un viaggio nella “terra dei canguri”. L’idillio con la neo-arrivata però non durò molto, c’era infatti bisogno di qualcuno dietro la batteria che entrasse pienamente in sintonia con le loro anime e le loro strabordanti personalità .

Sarà  soprattutto con l’avvento dell’esperta e valente batterista Janet Weiss che il terzetto si assesterà  del tutto, divenendo un nucleo compatto e pubblicando dischi sempre più a fuoco e dal tocco riconoscibilissimo.

Ormai quelle ragazze sono cresciute, ma non hanno smarrito la voglia di stupire, pur seguendo con coerenza le proprie inclinazioni. Come il buon vino, invecchiando sono migliorate, tanto che il nome delle Sleater-Kinney è diventato, a distanza di venticinque anni, un’istituzione del rock contemporaneo.

Sleater-Kinney ““ Sleater-Kinney
Data di pubblicazione: 25 giugno 1995
Tracce: 10
Lunghezza: 22:45
Etichetta: Chainsaw Records
Produttore: Tim Green, Sleater-Kinney

Tracklist
1. Don’t Think You Wanna
2. The Day I Went Away
3. A Real Man
4. Her Again
5. How to Play Dead
6. Be Yr Mama
7. Sold Out
8. Slow Song
9. Lora’s Song
10. The Last Song