Chi l’avrebbe detto all’uscita di questo album d’esordio che, a distanza di ben 25 anni, i Foo Fighters, diretta emanazione di Dave Grohl, sarebbero rimasti così a lungo sulla cresta dell’onda? Di più, che avrebbero rappresentato uno dei (pochi) esemplari rimasti di gruppi rock capaci di ottenere un successo trasversale e non solo di interessare a una nicchia di appassionati?

Francamente, credo pochini. E non perchè lo si pensasse come un progetto estemporaneo dell’ex batterista dei Nirvana o nato sull’emotività  di tener viva e perpetrare la memoria del compianto Kurt Cobain, ma più semplicemente perchè all’inizio sembrava uno stacco tanto netto col passato, un tentativo di guardare avanti ma senza una direzione precisa da parte del leader, ora riscopertosi artista a tutto tondo.

In realtà  Dave diverse composizioni in proprio aveva iniziato a realizzarle ben prima della scomparsa del simbolo del grunge (una di queste, la cantilenante “Marigold” era stata pure incisa come lato B del celebre singolo “Heart-Shaped Box”) e la voglia di mettersi in gioco fu definitiva dopo quel tragico fatto. Non avrebbe potuto fare a meno della musica, ed era indubbiamente troppo giovane per vivere di rendita.

Fu evidente però, e lo si percepiva sin dalle sue prime registrazioni, che volesse cercare una propria strada, più personale, slegata dal peso (che d’altronde sarebbe stato ingombrante per tutti) di dover competere con il gruppo madre, probabilmente il più famoso di un’intera epoca.

Per il suo album di debutto decise, anche per causa di forza maggiore (come detto, ne aveva già  scritto praticamente l’intera scaletta), di fare tutto da sè, suonando chitarra, basso, l’amata batteria (suo strumento principe da sempre) e ovviamente di cantare, mettendoci la faccia.

Tuttavia, l’attitudine e il sound non erano quelli tipici di un album da solista, e già  la scelta del nickname (Foo Fighters) era a ben vedere assolutamente più consono a quello di una band vera e propria. Grohl volle guardarsi attorno e pescò la sezione ritmica in uscita dai Sunny Day Real Estate, mentre per irrobustire le parti di chitarra pensò bene di guardare nella sua “vecchia casa”, richiamando alle armi il valente Pat Smear, membro aggiunto dei Nirvana, che aveva partecipato alle registrazioni del mitico album unplugged, pubblicato postumo.

Sin dalle primissime apparizioni e dai primi azzeccati video (tratto peculiare da lì in avanti), è vivida quindi l’immagine di un gruppo con tutti i crismi, un quartetto che macina del pimpante punk rock con piacevoli venature pop. Detto questo, è corretto però dare a Cesare quel che è di Cesare, affermando cioè che Grohl si dimostrò subito un leader pienamente a suo agio negli inediti panni del frontman. Soprattutto, fece intravedere autentiche doti da autore, nonostante il disco eponimo suoni inevitabilmente acerbo e, per certi versi, immaturo.

In fondo Dave doveva mettere a fuoco, soprattutto dal punto di vista musicale, alcune intuizioni, laddove a tratti in questo disco aleggia ancora lo spettro del grunge (pensiamo all’irruenza del secondo singolo estratto “I’ll Stick Around” o alle asperità  di “Oh, George”, con quel calibrato assolo di chitarra nel finale) ma nel complesso la prova si poteva considerare superata.

A colpire, all’interno di un disco comunque fortemente improntato su un punk veloce e fulmineo, furono soprattutto le divagazioni pop della deliziosa “Big Me” (dal fortunatissimo videoclip, primo di una lunga serie) ma la componente melodica era ben presente già  nel biglietto da visita rappresentato dalla ficcante “This Is A Call”, non a caso posta a inizio tracklist.

Tirando le somme, l’esordio dei Foo Fighters non si può certo definire memorabile, tanto che già  dal successivo e acclamato album “The Colour and the Shape” è evidente uno scarto qualitativo ragguardevole, ma questo primo episodio fu a suo modo urgente e necessario in quel preciso momento, nonchè il primo passo verso la piena affermazione del gruppo nel mondo del rock.

Foo Fighters ““ Foo Fighters

Data di pubblicazione: 4 luglio 1995
Tracce:  12
Lunghezza: 44:01
Etichetta: Roswell/Capitol
Produttori: Barrett Jones, Dave Grohl

Tracklist

1. This Is A Call
2. I’ll Stick Around
3. Big Me
4. Alone + Easy Target
5. Good Grief
6. Floaty
7. Weenie Beenie
8. Oh, George
9. For All the Cows
10. X-Static
11. Wattershed
12. Exhausted