“Vienna” è il quarto album degli Ultravox, ed è, allo stesso tempo, il loro primo, una frase che, per quanto paradossale, ha  comunque una sua logica poichè questo lavoro sarà  quello che determinerà  un cambiamento importante nel loro sound e l’inizio della loro nuova storia.

Quando si parla degli Ultravox capita spesso di sentire due frasi ricorrenti e in antitesi, la prima contiene il nome proprio di città  Vienna, del tipo ” Si, certo quelli di Vienna” oppure “Oh si mi piaceva tanto Vienna“, la seconda frase invece contiene il nome proprio di persona John Foxx, del tipo “Si però i veri Ultravox erano quelli con   John Foxx“.

La cosa singolare è che ambedue le frasi sono sbagliate e corrette nello stesso tempo, perchè e’ vero che il singolo degli Ultravox “Vienna” è in fondo il loro capolavoro, considerato da molti in Inghilterra come il miglior brano degli anni ’80, così come è vero che i loro primi tre album, fortemente influenzati dalla figura di quel geniaccio di John Foxx, rappresentano, nella loro perfetta miscela di krautrock,   post punk e glam, qualcosa di unico, ma è anche vero che la loro nuova produzione che inizierà  con questo loro quarto album e che vedrà  John Foxx sostituito da Midge Ure, sarà  per diversi album assolutamente alta ed interessante e non si fermerà  di certo solo a qualche singolo.

Deve essere chiaro che i primi Ultravox non erano unicamente la band di John Foxx,  ma anzi anche gli altri componenti, in particolare Billy Currie,  ricoprivano un ruolo importante, per cui quando Foxx  finì per esprimere le sue intenzione di cercare una via musicale votata alla ricerca di un sound volutamente freddo e distante, dominato da sintetizzatori e drum machine e libero da ogni connotazione romantica, il divorzio fu inevitabile.

Billy Currie, Chris Cross e Warren Cann  erano liberi di percorrere una strada diversa proprio nel periodo nel quale la new wave esprimeva tutta la sua creatività  stravagante,   capace di incontrare anche il gusto del grande pubblico.

Dovendo sostituire un pezzo da 90 come John Foxx, la loro scelta cadde su Midge Ure che Billy Currie conosceva per la loro lunga collaborazione all’album d’esordio dei Visage, che riuscirà  ad uscire solo   verso la fine dell’anno, e che li vedrà  tra l’altro coautori del grande successo internazionale “Fade to Grey”.

Se da un lato il post punk nel 1980 esprimeva la sua grandezza con l’esistenzialismo oscuro dei Joy Division e dei Cure, dall’altro lato si esprimeva in molteplici altre forme tra cui quella romantica, che sarà  battezzata new romantic, e nella quale verranno catalogate, spesso con sufficienza, molte band diversissime tra loro come i formidabili Japan, tutta classe ed eleganza, gli Adam and The Ants, coinvolgenti e nuovi,   e altre band tra cui anche i Duran Duran e gli Spandau Ballet degli esordi.

E gli Ultravox?  A dirla tutta in questo loro album c’e’ molto del percorso anche di David Bowie e dei Roxy Music, che forse inconsapevolmente rappresentano il passaggio da glam a new romantic, ma anche chiari riferimenti al Krautrock, alimentati dalla produzione di Conny Plank.

Bisogna comunque sottolineare come il brano di apertura “Astradyne” sia un lungo pezzo strumentale e sembra essere una scelta tutto sommato sperimentale alla Tangerine Dream, un’apertura valida ma estremamente pericolosa se l’intenzione era quella di attirare una immediata attenzione sull’album.

Dal secondo brano in poi le cose diventavano però chiarissime, in “New Europeans” entra la voce di Midge Ure e il tratto melodico che finirà  per caratterizzare la seconda vita degli Ultravox, gli arrangiamenti ricercati e perfetti capaci di dare una dimensione epica e a tratti barocca del loro sound, un naturale attitudine creativa in grado di affascinare e coinvolgere.

Se i primi due singoli   Sleepwalk” e “Passing Stranger ” cattureranno comunque una certa attenzione, non saranno sufficienti a far esplodere l’album, tale risultato sarà  raggiunto solo con l’uscita del 45 giri “Vienna”, che toccherà  il primo posto in molti paesi   e farà  esplodere l’album a livello mondiale, compresa l’ Italia.

Il bel video decadente, che accompagna la promozione del brano, vede la regia di Russell Mulcahy, famoso per aver diretto video di molti artisti famosi, e per essere l’autore del video musicale più importante e più citato da tutti, quello di “Video Killed The Radio Star” dei Buggles, primo video ad essere trasmesso da MTV USA nel 1981.

Per tutto l’album è evidente la volontà  di cogliere il momento dell’età  dell’oro della musica inglese e la band ci riesce bene, lasciando tutta la voglia sperimentale al vecchio front man, abbandonandosi a ritmi serrati, a melodie accattivanti, ma non rinunciando a momenti di elettronica tipicamente Krautrock e con chiaro riferimento ai Kraftwerk, cosa abbastanza evidente nel brano “Mr. X”.

Il lavoro è comunque reso indimenticabile anche da altri brani come “Private Lives”, “Western Promise” e la chiusura “All Stood Still”, che vi assicuro all’epoca suonavano nuovi e originali.

“Vienna” resta un capolavoro che segna un’epoca e una delle migliori espressioni della creatività  che alimenterà  la musica inglese dei primi anni 80.

Track List

1. Astradyne ““ 7:07 (musica: Currie, Ure, Cross, Cann)
2. New Europeans ““ 4:01 (testo: Cann ““ musica: Cross, Cann)
3. Private Lives ““ 4:06 (testo: Cann ““ musica: Currie, Cann, Cross)
4. Passing Strangers ““ 3:48 (testo: Ure ““ musica: Ure, Cross, Currie, Cann)
5. Sleepwalk ““ 3:10 (testo: Cann ““ musica: Cann, Currie, Ure)
6. Mr. X ““ 6:33 (Cann)
7. Western Promise ““ 5:18 (testo: Ure ““ musica: Currie, Ure, Cann, Cross)
8. Vienna ““ 4:53 (testo: Ure, Cann ““ musica: Cann, Currie, Ure, Cross)
9. All Stood Still ““ 4:21 (testo: Cann ““ musica: Cross, Cann)

Ultravox – Vienna

Data di Pubblicazione 11 luglio 1980
Durata: 43:37
Tracce: 9
Genere: New wave
Etichetta: Chrysalis Records, EMI
Produttore: Conny Plank, Ultravox