I No Age hanno fatto ritorno qualche settimana fa con questo loro quinto LP ““ il loro secondo per la Drag City – che è arrivato a poco più di due anni di distanza dal precedente, “Snares Like A Haircut”.

Anche questo nuovo disco, così come i suoi quattro predecessori, è pieno di colpi di scena strani e inaspettati: dopo tutto il duo losangelino composto da Randy Randall e Dean Allen Spunt, nel corso dei quindici anni dalla sua formazione, non ha mai accettato le regole, disprezzando da sempre le convenzioni.

Si parte con “Sandalwood”, un rumoroso e melodico garage-punk che sembra uscire dalla NYC dei Velvet Underground, ma pieno di feedback; “Smoothie”, invece, non nasconde le sue influenze jazz e le sue atmosfere rilassate, sebbene il drumming di Spunt risulti comunque importante nell’economia del pezzo.

La sorpresa più grossa arriva a metà  disco con “Toes In The Water”, un brano strumentale di oltre tre minuti: un suono noise avvolgente che prosegue in loop a cui si aggiungono muri di fuzz. Spiazzante e assolutamente imprevedibile.

Interessante anche il lavoro fatto su una canzone come “Puzzled”, dove l’aggiunta di effetti sui vocals ci trasporta verso territori dreamy, seppure dal sapore piuttosto particolare.

Feroce e intenso, “Agitating Moss” chiude il disco lasciando spazio alla melodia e risultando probabilmente la canzone più catchy di “Goons Be Gone”.

In poco più di mezz’ora i No Age hanno dimostrato come, nonostante siano solamente un duo, riescano comunque ogni volta a spingersi oltre ai loro confini, a inventare qualcosa di interessante e fresco e a realizzare album solidi e destinati a rimanere e a guadagnare il nostro rispetto.

Photo Credit: Aaron Farley